Ti senti come se non fossi solo, ma lo sei? La scienza può spiegare quella sensazione inquietante

La scienza dietro la sensazione di percepire una "presenza invisibile": come la ricerca ha cercato di spiegare questo fenomeno attraverso studi storici e moderne comprensioni della mente e del corpo

Hai mai avuto quella strana sensazione di percepire una presenza invisibile nella stanza, nonostante fossi convinto di essere solo? Queste sensazioni, descritte come presenze invisibili, possono essere estremamente profonde, al punto da spingere chi le vive a condividerle.

Molte persone, infatti, faticano a comprendere cosa sia realmente accaduto, soprattutto in assenza di spiegazioni chiare. Nonostante la loro natura evanescente, recenti studi scientifici stanno cercando di inquadrare tali esperienze alla luce di teorie psicologiche e neurologiche.

Già nel 1894, la Società per la Ricerca Psichica (SPR) ha pubblicato il “Censimento delle Allucinazioni”. Questa indagine, che coinvolse più di 17.000 persone nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Europa, mirava a capire quanto fosse comune per le persone avere visite apparentemente impossibili che predicevano la morte. Gli studi dell’SPR conclusero che tali esperienze erano troppo frequenti per essere casuali.

Inoltre, nel 1886, l’SPR pubblicò “Fantasmi dei Viventi”, una raccolta che includeva 701 casi di telepatia, premonizioni e altri fenomeni insoliti. Ad esempio, il pastore PH Newnham, originario di Devonport, a Plymouth, ha condiviso un episodio accaduto durante un viaggio in Nuova Zelanda.

Una notte, una presenza misteriosa lo mise in guardia dal partecipare a una gita in barca prevista per la mattina seguente. Successivamente, scoprì che tutti coloro che avevano intrapreso quella gita erano tragicamente morti annegati. Nonostante le critiche, queste esperienze persistono nelle case di tutto il mondo, e la scienza contemporanea offre spunti per comprenderle.

Connessione mente-corpo e il “sentire” delle presenze

Molti degli episodi raccolti dalla SPR sembrano rientrare nella categoria dell’ipnagogia, ossia esperienze allucinatorie che avvengono ai confini del sonno. Si è ipotizzato che molte visioni religiose del XIX secolo possano avere origine dall’ipnagogia e che possano avere un legame particolare con la paralisi del sonno: durante questi episodi, pur essendo la mente sveglia, il corpo rimane immobile, generando spesso la sensazione di una presenza maligna.

La paralisi del sonno, sebbene angosciante, potrebbe avere una spiegazione scientifica: risvegliarsi in uno stato di vulnerabilità potrebbe attivare un meccanismo di difesa del nostro cervello, interpretando l’immobilità come una minaccia, e dando vita alla percezione di un’entità ostile. La ricerca ha infatti suggerito che più del 50% delle persone che hanno sperimentato questo disturbo riferiscono di aver riscontrato una presenza. Mentre le presenze vittoriane erano spesso benigne o rassicuranti, gli esempi moderni tendono a irradiare malevolenza.

Studi neurologici e sperimentazioni sul cervello hanno dimostrato che le presenze possono essere provocate da stimoli corporei. Nel 2006, il neurologo Shahar Arzy e i suoi colleghi sono riusciti a creare una “figura ombra” in una donna stimolando elettricamente una parte specifica del suo cervello. Queste scoperte suggeriscono che il cervello cerca di dare un senso alle sensazioni anomale, portandoci a percepire una presenza invisibile.

Inoltre, le ricerche del 2022 del professor Ben Alderson-Day, dell’Università di Durham, hanno cercato di trovare somiglianze tra vari resoconti clinici, pratiche spirituali e sport estremi, che sono noti per scatenare allucinazioni, inclusa la sensazione di presenze invisibili. In molte di queste situazioni, gli episodi erano sorprendentemente simili. La scienza delle presenze avvertite, nonostante le sue origini centenarie, è appena iniziata. Alla fine, potremmo scoprire una spiegazione unica o aver bisogno di diverse teorie per spiegare tutti questi esempi di presenza.

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Fonte: The Conversation 

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