Il cosiddetto nudging condiziona le nostre scelte puntando su rinforzi positivi e secondo alcuni esperti può incoraggiare le persone a fare scelte più giuste e sostenibili
Si chiama “teoria dei nudge”, una tecnica di gestione del comportamento che sfrutta la cosiddetta “spinta gentile” per incoraggiarci a fare scelte migliori senza ricorrere a divieti e imposizioni.
Secondo questa teoria, introdotta nel 2008 da Richard Thaler e Cass Sustein, che vi hanno dedicato il famoso libro “Nudge. La spinta gentile”, le persone dovrebbero essere incoraggiate tramite “spinte gentili” a fare le scelte giuste per se stesse e per la società. Cosa che spesso non accade per negligenza, impulsi istintivi, irrazionalità.
Per verificarne l’efficacia, un gruppo di studiosi dell’Università di Cambridge ha raddoppiato i piatti vegetariani nelle mense universitarie, al fine di incoraggiare gli studenti a mangiare meno carne, contribuendo così alla causa ambientale. Grazie a questa tecnica è stato riscontrato un aumento dal 41 al 79% della vendita di piatti vegetali, senza ricorrere a divieti, raccomandazioni o aumenti dei prezzi della carne.
Il cosiddetto nudging condiziona infatti le nostre scelte puntando su rinforzi positivi e “giocando” sulla nostra irrazionalità. Arma a doppio taglio che, tuttavia, in campi come quello ambientale cela un immenso potenziale. Perché, secondo alcuni esperti, potrebbe essere sfruttata per incoraggiare le persone a fare scelte più sostenibili.
Qualche esempio? Le frecce di colore verde che nei supermercati indicano i cibi più sani inducendoci ad acquistarli. Ma anche la domanda che compare al Bancomat, “stampare la ricevuta?”, affiancata a sinistra da un “sì” e a destra da un “no”, accompagnata dalla didascalia “scelta ecologica”.
L’aspetto positivo è che il nudging non nasce a scopo di lucro, ma per promuovere comportamenti corretti ed etici, in grado di apportare benefici individuali e collettivi. Per essere tale, deve infatti rispettare alcuni principi: oltre che trasparente e semplice da capire, dev’essere effettivamente di beneficio alla collettività e ai singoli individui.
Tuttavia in molti si interrogano sulle sue criticità perché si tratta pur sempre di una “manipolazione” a fin di bene, basata sull’idea che il singolo individuo sia incapace di fare la scelta giusta e che, quindi, necessiti di incoraggiamenti, spinte gentili appunto, che lo indirizzino nella direzione giusta. Una tecnica senz’altro utile in certi ambiti, ma non priva di insidie in altri.
FONTI: ScienceDirect/Environmental Challenges
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