Perché il tempo vola quando ti diverti?

Lo abbiamo notato tutti: più stiamo bene e ci divertiamo e più il tempo vola. Ma perché avviene questo? Alcuni neuroscienziati tentano di dare una risposta alla questione e indovinate dove la trovano? Nei meravigliosi meccanismi del nostro cervello.

Lo abbiamo notato tutti: più stiamo bene e ci divertiamo e più il tempo vola. Ma perché avviene questo? Alcuni neuroscienziati tentano di dare una risposta alla questione e indovinate dove la trovano? Nei meravigliosi meccanismi del nostro cervello.

Se qualche volta vi siete soffermati a pensare a come una settimana di ferie duri molto meno di una settimana di duro lavoro, probabilmente non eravate del tutto fuori strada. La sensazione che il tempo voli quando uno si diverte è stata confermata da vari esperti che forniscono anche interessanti spiegazioni di questo strano fenomeno.

Tutti impariamo fin da piccoli che un minuto è fatto di 60 secondi e che 60 minuti compongono un’ora. Il fatto è che il cervello non ha la stessa nozione del tempo.

La percezione del tempo dipende molto dalle nostre aspettative. Secondo il neuroscienziato dell’Irving Medical Center della Columbia University, Michael Shadlen, il cervello può rappresentare la probabilità che qualcosa accada. 

Lo specialista afferma che ogni pensiero ha diversi “orizzonti” e il tempo si sposta in base a come li anticipiamo e immaginiamo. Cioè, quando qualcosa ci piace o ci diverte, il nostro cervello analizza il quadro generale, gli orizzonti vicini e lontani, e fa volare il tempo. Al contrario, quando ci annoiamo vediamo solo le cose più vicine e la mente non spazia in avanti, quindi il tempo è quello reale.

Shadlen è convinto che non vi sia una singola zona del cervello responsabile di come percepiamo il tempo ma che ogni area che dà origine a pensiero e coscienza è probabilmente coinvolta in questa dinamica.

In aggiunta a questa teoria ci sono anche altri fattori da considerare. Secondo il neuroscienziato Joe Paton, un altro meccanismo da tenere presente è la velocità con cui le cellule cerebrali si attivano a vicenda e formano una rete nel momento in cui si compie un’attività. Più velocemente si formano questi percorsi di neuroni, più velocemente percepiamo il tempo. Inoltre vi è un fattore chimico: quando ci si diverte, i neuroni rilasciano più dopamina che è associata a sentimenti di soddisfazione. Così il cervello pensa che sia stato speso meno tempo rispetto a quando si compie un’attività noiosa (in cui la secrezione di dopamina è bassa).

Infine, David Eagleman, un professore dell’Università di Starnford, è convinto che ci sia anche da considerare un fatto di età. Invecchiando paradossalmente il tempo accelera in quanto non vediamo più le cose con gli occhi di un bambino (per cui è tutto nuovo).

Il cervello si conferma una macchina meravigliosa e piena di sorprese (molte ancora da scoprire!).

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Francesca Biagioli

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