È difficile comprendere di essere vittime di un manipolatore ma non è impossibile liberarsi dal suo giogo: ecco come fare per tornare ad avere fiducia in noi stessi
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Non tutte le persone che ci circondano e con le quali abbiamo a che fare ogni giorno agiscono in buona fede e nel nostro interesse: esistono, purtroppo, persone manipolatrici il cui scopo è quello di prevaricare su di noi e approfittare della nostra ingenuità o buona fede per i loro scopi.
Una delle tecniche più comuni per manipolare le menti altrui e ricavarne un utile è quella del gaslighting: in pratica, la persona che ci manipola ci porta a dubitare delle nostre stesse percezioni e della nostra memoria, smentendoci di continuo.
Questa tecnica prende il nome da un film degli anni Quaranta, “Gaslight” appunto (apparso in Italia con il titolo “Angoscia”), in cui una giovane donna diventa sempre più confusa e impaurita perché il marito la manipola fino a convincerla di essere impazzita.
Il manipolatore che adotta questa tecnica acquisisce un potere enorme sulla propria vittima, poiché questa inizia a essere completamente succube e dipendente da lui, privata ormai della fiducia in se stessa.
Cadere nella trappola di un gaslighter è un percorso lungo e all’inizio impercettibile e non sempre la vittima riesce a rendersi conto della manipolazione subita – proprio perché è entrata in un circolo vizioso nel quale dubita di se stessa e delle proprie percezioni.
Ma è comunque possibile spezzare questo giogo e liberarsene, attraverso la presa di coscienza della manipolazione subita e mettendo in atto delle “strategie difensive” utili a neutralizzare l’azione del gaslighter. Vediamo in che modo.
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Rendersi conto di essere vittime
Per mettere in atto la sua tattica manipolatoria, il gaslighter farà di tutto per mettere in dubbio i nostri ricordi, le nostre sensazioni, le nostre percezioni – fino a che noi stessi inizieremo a dubitare di quello che sentiamo e ricordiamo.
A questo scopo, potrebbe utilizzare frasi come “Non è quello che è successo davvero”, “Non sai di cosa stai parlando”, “Non lo ricordi bene” e altre – tutte con lo stesso sottotesto: chi ci parla ha ragione e conosce/ricorda la verità dei fatti, noi invece no.
Se una persona si rivolge a noi utilizzando spesso questo genere di frasi, mettendo ogni volta in dubbio le nostre parole e la nostra percezione delle cose, potremmo avere a che fare con un manipolatore.
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Tre strategie per difenderci e correre ai ripari
Come abbiamo detto, sfuggire alle grinfie di un gaslighter esperto è difficile ma, se ci siamo resi conto della manipolazione, possiamo mettere in campo strategie per cambiare la nostra situazione.
Cambia argomento
Quando ci accorgiamo che il manipolatore sta mettendo in atto la sua strategia per mettere in discussione ciò che sappiamo o ricordiamo, diamo poca importanza alla cosa e proviamo a cambiare presto argomento, dimostrando di non temere l’affronto del nostro interlocutore.
Per sviare il discorso, potremmo affermare: “Confido nella mia memoria/percezione in merito a questa situazione, ma possiamo vedere le cose in modo diverso”. In questo modo, non neghiamo la diversità di opinioni, ma al tempo stesso non mostriamo di dubitare di noi stessi.
Mantieni la calma (e i giusti confini)
Il gaslighter userà ogni mezzo, anche le provocazioni e la violenza verbale, per entrare nella nostra mente e plagiarla: il suo scopo, lo ricordiamo, è quello di generare insicurezza in noi in modo che la sua visione della realtà risulti “giusta”.
Ecco perché è così importante mantenere la calma di fronte a queste provocazioni e ricordarci di mantenere salda la fiducia in noi stessi, in modo che essa non possa essere minacciata.
Se manterremo la calma, non risponderemo in modo emotivo alle provocazioni subite e non faremo il gioco del nostro manipolatore, che punta tutto sul minare le nostre certezze rendendoci emotivamente fragili.
Concentrati sull’autocontrollo
Come abbiamo detto, la strategia messa in pratica dal gaslighter è tutta mirata a incrinare le nostre certezze e a renderci instabili e fragili dal punto di vista emotivo.
Quando riceviamo una provocazione, facciamo qualche respiro profondo e ricordiamo a noi stessi che la nostra memoria e le nostre percezioni non hanno nulla che non va.
Esse possono magari essere parziali o imprecise, ma ciò dipende dalla nostra personale visione del mondo e non danneggia in alcun modo la nostra capacità di giudizio.
Se riusciamo a interiorizzare questo concetto nella nostra mente, il manipolatore non avrà più la possibilità di danneggiarci.
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