Tango: un intimo abbraccio che fa bene al corpo e alla mente

Tango: no, non è affatto un "semplice ballo". Questa danza passionale ci aiuta ad esercitare la fiducia e a imparare a gestire e riconoscere l'alternanza dei ruoli

Divertimento e, sottile, implicito lavoro sulla relazione: il tango è anche questo. Già la tecnica, di per sé, imposta allude simbolicamente ad un modo armonico di stare insieme nella vita: il peso di ogni ballerino è spostato in avanti, nell’incontro con l’altro, e insieme la coppia acquista un suo “asse” o centro di gravità.

L’abbraccio (la posizione delle braccia e dei busti) può variare ma mantiene sempre la coerenza del movimento, della sintonia del muoversi insieme; quando è chiuso, un petto contro l’altro, i due partner si percepiscono meglio l’un l’altro e riescono a muovere i loro piedi più velocemente.

Nell’abbraccio largo (in cui i ballerini si possono allontanare ad una distanza uguale a quella del loro braccio), lo spazio consente una maggiore individualità e un lavoro, dei movimenti più articolati e ricchi sulle proprie gambe.

Nel tango c’è un leader, che conduce: tradizionalmente l’uomo. C’è chi si lascia condurre (si lascia): tradizionalmente la donna. E il bello, anche, è che entrambi sanno esprimere, interpretare, anche l’altro ruolo. Irene Thomas e Larry Sawyer, nel loro libro The temptation to Tango, descrivono il leader come colui che deve saper “condurre con sicurezza e sensibilità” (“la sua direzione è una sorta di argomento persuasivo che presenta al suo partner e per il quale attende una risposta“) mentre chi si lascia condurre deve saper “seguire con sensibilità e sicurezza”.

Tango, molto più di un ballo

Tutti questi aspetti fanno del tango non solo un bel divertimento, un modo per passare del tempo facendo movimento al ritmo di una piacevole e dolcemente malinconica musica ma – in estrema sintesi – anche una buona strategia per:

  • misurarsi nella relazione tra maschile e femminile
  • osservarsi nella propria capacità di condurre e lasciarsi condurre
  • abbandonarsi nella fiducia attiva, nella co-costruzione di un percorso
  • imparare a gestire e riconoscere l’alternanza dei ruoli e delle attività
  • vedere la molteplicità delle espressioni possibili
  • percepire la differenza tra vicinanza e contatto e la ricchezza di possibilità espressive e di forza che entrambe le situazioni consentono quando e se si è in sintonia.

Non è poco. Ma più in dettaglio, il tango è un modo “intimo” di avvicinarsi, consente un’intimità che nasce dalla connessione necessaria per ballare insieme in modo armonico. Per questo, interpretato da due persone che stanno insieme nella vita, è perfetto: può aggiungere momenti di forte intensità e romanticismo.

Laurie Hawkes, psicoterapeuta francese che utilizza il tango come terapia, ha osservato che – per la maggior parte delle donne – l’intensità e la qualità delle emozioni provate ballando (in sintonia con un uomo) ha la stessa “tonalità” dell’innamoramento; gli uomini descrivono questa sensazione come “qualcosa di magico”.

Quindi, per chi volesse ballare non con il proprio o la propria partner sentimentale, un’avvertenza: attenzione a non confondere (con altro) le intense e profonde emozioni, piacere e sensualità che il tango di per sé consente.

Ballare il tango regala una nuova vitalità. A livello energetico si può certo dire che sollecita il secondo chakra, il divertimento e il piacere, l’intensità passionale ma ha anche un effetto complessivo rivitalizzante. Il corpo diventa più attraente, più mobile. Non è solo un’impressione: una ricerca, condotta in Brasile sul tango come terapia per la terza età, ha dimostrato come questo danzare aiuti a trascendere le limitazioni fisiche, intellettuali ed emozionali e anche i ruoli convenzionali attribuiti dalla società.

E poi c’è tutto il tema della “resa” (arrendersi in modo attivo, partecipe, volitivo, cosciente): alla musica, alla danza (che vuol dire imparare e lasciarsi fluire con le cose, con quello che accade e le sue variazioni) al maschile e al femminile (che, va ricordato, sono presenti sia nell’uomo che nella donna). Il tango è una buona rappresentazione archetipica della danza tra queste due energie e anche dei ruoli che incarnano.

Così le donne possono sperimentare la possibilità di “abbandonarsi”, il piacere di essere condotte (o la difficoltà a farlo): ed è interessante soprattutto per tutte coloro che, nella vita, devono o hanno scelto ruoli di leadership, di conduzione, che devono cavarsela da sole senza aiuto, perché possono sperimentare anche altre modalità della loro femminilità, nell’”arresa”.

Allo stesso tempo gli uomini possono fare pratica della loro assertività, della loro leadership e collegarsi così in modo non ordinario e profondo ad un maschile accogliente e capace di guidare, che si prende la responsabilità di condurre rispettando e ascoltando l’altro.

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All’inizio l’approccio al tango può sembrare ostico e, se lo si impara con il proprio partner sentimentale, potrebbe diventare occasione di piccole tensioni (in questi casi una saggia strategia può essere quella di “adottare” un nuovo compagno-ballerino, fino a che non si sono acquisite le basi) ma non c’è da preoccuparsi: significa solo che il tango comincia a “smuovere” i nostri schemi relazionali (individuali e di coppia), le nostre rigidità acquisite per necessità e assorbite dall’ambiente culturale. Se non diventa un vizio, porterà nuove virtù per sé e nella coppia.

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