Il clima emotivo creato dai genitori influisce sulla felicità e sulla fiducia in sè dei figli. I quattro stili genitoriali e i loro effetti sullo sviluppo dei bambini.
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Dimmi che genitore sei e ti dirò se tuo figlio sarà felice
Dimmi che genitore sei e ti dirò che figlio crescerai: in linea di massima funziona così. Quello che si diventa dipende infatti solo in parte da predisposizioni e memorie inscritte nella genetica personale: la vera differenza la fa l’ambiente in cui si è immersi.
A partire, per i bambini, dai genitori e dal loro modo di svolgere questo importante e fondamentale ruolo.
Considerando le “richieste” (cioè le indicazioni e il controllo dei comportamenti dei figli) e le “risposte” (il grado di sensibilità ai bisogni emotivi e di sviluppo che emergono), si possono distinguere 4 stili genitoriali (che rappresentano il clima emotivo in cui i bambini cresceranno): autorevole, autoritario, permissivo, disinteressato.
Stile genitoriale autorevole
Elevate pretese, grande responsività
L’autorevolezza è data da una presenza solida, di riferimento ma capace di ascolto e di calore. I genitori che mettono in campo uno stile autorevole stabiliscono regole, non temono i confini (con i figli) ma non temono il dialogo, aperto, e neanche la discussione: usano il ragionamento, tengono conto delle opinioni dei bambini. Sono affettuosi, rappresentano un punto di riferimento chiaro e solidale, incoraggiano l’indipendenza. Accolgono i sentimenti dei loro figli, pur chiarendo che alla fine i responsabili sono gli adulti; dedicano tempo ed energia per prevenire comportamenti non congrui e sanno usare strategie positive come elogio, ricompensa, valorizzazione.
Sulla base della ricerca di Baumrind (ma non solo), i figli di genitori autorevoli in generale appaiono più felici e contenti, sviluppano una buona stima di sé e sono più indipendenti. A scuola vanno meglio degli altri; nelle relazioni dimostrano di maneggiare abilmente le competenze sociali. Sono meno soggetti a depressione, ansia, consumo di sostanze e rischio di comportamenti violenti o a rischio. Hanno maggiori probabilità di diventare adulti responsabili che si sentono a loro agio nell’esprimere le loro opinioni e sanno prendere decisioni, valutando i rischi conseguenti.
Stile genitoriale autoritario
Tante pretese, bassa capacità di risposta
Le regole, la disciplina sono al centro dello stile educativo autoritario, spesso accompagnato da punizioni, quando ci siano delle violazioni. Si fa così perchè si fa così, visto che i genitori comandano e sanno quel che è giusto: qui il dialogo è assente, i figli non vengono ascoltati né accolti nelle loro individualità e bisogni e sentimenti, non c’è praticamente mai flessibilità. Il calore della relazione e l’attenzione autentica sono persi dentro una posizione di autorità calata dall’alto e da rispettare.
Non insegnano al bambino come fare scelte migliori ma piuttosto a farli sentire in colpa per gli errori che hanno fatto. bambini dispiaciuti per i loro errori.
L’impatto sui figli è chiaro: chi nasce in questo tipo di famiglia tende ad avere una disposizione interiore verso l’infelicità. Sono spesso bambini insicuri, con una bassa autostima, meno indipendenti. A scuola, tendenzialmente, vanno meno bene degli altri e sono soggetti a problemi di depressione, ansia, consumo sostanze. Più facilmente manifesteranno poche competenze sociali e relazionali e problemi comportamentali: possono anche diventare ostili o aggressivi. Invece che pensare a come fare le cose meglio in futuro, spesso si concentrano sulla rabbia che provano verso i loro genitori. Possono diventare buoni bugiardi nel tentativo di evitare la punizione.
Stile genitoriale permissivo, indulgente
Poche richieste, alta reattività
Definiscono pochissime regole e limiti e, in linea di massima, sono riluttanti a farle poi rispettare: sono i genitori permissivi. Cordiali, apparentemente attenti ai bisogni e alle aspettative dei piccoli ma, in realtà, non sanno dire di no e non vogliono correre il rischio di deludere, dare un dispiacere, andare contro la loro volontà. Intervengono solo se c’è un problema davvero importante e se anche hanno promesso un provvedimento “restrittivo” possono ritirarlo se il figlio glielo implora o promette di essere buono. Tendono ad incarnare maggiormente il ruolo di “amico” che non di genitore.
L’assenza di regole chiare e di una richiesta di rispettarle determina – nei figli – una difficoltà a seguire le regole, le prassi, le procedure. Per loro sarà difficile autoregolarsi, facilmente possono tendere all’egocentrismo e alla prepotenza. In generale possiedono basse competenze relazionali e sociali.
Stile genitoriale disattento
Poche richieste, bassa capacità di risposta
C’è, infine, uno stile dettato dall’incapacità di prendersi cura, da un’attenzione assente: in questo caso i genitori non sono interessati a fissare né regole né standard e richieste elevate (a meno che non riguardino il loro benessere e la tranquillità). C’è una situazione, che può essere più o meno importante, di indifferenza ai bisogni dei figli, di assenza di coinvolgimento nelle loro vite: non sempre è intenzionale, a volte dipende dal fatto che sono sopraffatti da altri problemi (come il lavoro, la gestione della famiglia, il dover far fronte a difficoltà economiche o a situazioni di malattia, disagi personali eccetera). Come riconoscerli: sono assenti emotivamente e spesso pure nelle questioni pratiche (non sanno se i figli hanno dei compiti da fare a casa o non chiedono com’è andata a scuola; non passano molto tempo insieme, non sanno cosa il figlio faccia, quali siano i suoi amici eccetera)..
I bambini, così lasciati a se stessi e “invisibili”, non sono capaci di autoregolare le loro emozioni, sono più impulsivi e meno felici o infelici; avendo pochi riferimenti comportamentali e valoriali possono più facilmente andare incontro a problemi di dipendenza e di delinquenza e sono a maggior rischio suicidario.
In conclusione…
Parrebbe evidente che uno stile genitoriale autorevole produca nei figli migliori risultati e faciliti una crescita serena, maggior abilità relazionali e capacità di scegliere. In linea di massima funziona così ma dipende poi anche da come viene messo concretamente in atto, attraverso quali azioni e scelte e prassi: pratiche diverse, con lo stesso stile genitoriale, possono influire in modo diverso sui risultati educativi e sullo sviluppo dei bambini.
Inoltre – come è stato rilevato nelle ricerche condotte in diversi paesi – ad avere un peso, nello sviluppo e nella formazione dei figli, ci può essere dell’altro. Ad esempio, le differenze culturali ed etniche e il tipo di relazione con i compagni della stessa età: uno studio ha evidenziato come gli studenti afro-americani con genitori autorevoli ma senza il sostegno del gruppo dei pari non siano riusciti ad avere un buon rendimento a scuola. Per quanto riguarda gli studenti asiatici-americani, coloro che hanno avuto i migliori risultati avevano genitori autoritari e, anche, il supporto dei loro pari.
E poi c’è il bambino, la sua particolare individualità: uno studio ha evidenziato ad esempio come determinati comportamenti socievoli e aggressivi siano meglio correlati al temperamento infantile piuttosto che allo stile genitoriale. E in questo senso un ruolo importante gioca anche l’intelligenza emotiva (la buona notizia è che si può sviluppare, far crescere).
Che genitore sei, il test
Ps: per chi volesse verificare quale è il suo personale mix di stile genitoriale, cliccando qui si raggiunge un veloce test on line (in inglese) che fornisce una lettura utile delle proprie sfaccettature e “rischi” e potenzialità conseguenti.
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Anna Maria Cebrelli