Edison aveva ragione! Puoi aumentare davvero la tua creatività dormendo se sfrutti questo momento preciso del sonno

Secondo questo studio, è vero che vi è una fase del sonno dove poter stimolare al massimo il flusso di pensieri e la creatività

Secondo questo studio, è vero che vi è una fase del sonno dove poter stimolare al massimo il flusso di pensieri e la creatività 

Uno studio condotto dai ricercatori del Paris Brain Institute e del Pitié-Salpêtrière Hospita nella capitale francese ha confermato quanto già sostenevano grandi geni e artisti del passato come Thomas Edison, Albert Einstein e Salvator Dalì.

Accendere la spia della creatività anche in momenti in cui questa non sembrerebbe in funzione è possibile e complice è il sonno o meglio una fase che avviene prima di addormentarci completamente chiamata fase ipnagogica o N1. Si tratta di un particolare stato, della durata più o meno breve, che intercorre tra la veglia ed il sonno che può essere caratterizzato da allucinazioni, strane sensazioni, ma anche da un flusso di idee e pensieri molto produttivo.

Per sfruttare a pieno le percezioni di questa fase, Edison era solito mettersi a riposare con un oggetto stretto tra le mani, attendendo che questo cadesse a terra per svegliarsi improvvisamente dal sonno e annotare tutti i pensieri che gli passavano per la mente.

Nel suo caso questo metodo sembrava funzionare più che bene ed infatti la sua efficacia è stata confermata dai ricercatori parigini che hanno condotto un esperimento su un gruppo di 103 persone a cui è stato dato il compito di decifrare un codice dopo un breve riposo. I dati hanno mostrato che una fase ipnagogica di 15 minuti ha triplicato le chance dei partecipanti di risolvere l’enigma. L’83% ha infatti decifrato il codice in massimo 20 minuti, tenendo un oggetto tra le mani nello stato ipnagogico.

I risultati sono sorprendenti specialmente per chi considera il sonno una perdita di tempo e di produttività, come sottolinea Delphine Oudiette, autrice dello studio. Un mito che però è stato sfatato a pieno e che apre nuove strade sulle potenzialità del cervello umano nelle fasi di riposo.

Fonte: Science

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