La sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie: le persone che ne soffrono hanno una percezione del mondo e di se stesse simile a quella di Alice
Avete mai sentito parlare della sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie? Le persone che ne soffrono hanno una percezione del mondo e di se stesse simile a quella di Alice, la protagonista del famoso racconto di Lewis Carroll.
In inglese viene chiamata ‘Alice in Wonderland Syndrome’ e abbreviata come ‘AIWS’. Immaginate di rendervi conto improvvisamente che le vostre mani si sono ingrandite e che le vostre gambe si stanno allungando a dismisura mentre tutti gli oggetti che si trovano intorno a voi si stanno rimpicciolendo.
Siete nella vostra camera da letto che ormai vi appare così piccola da poter essere paragonata ad una casa delle bambole. Le persone che soffrono della sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie si trovano ad affrontare percezioni simili.
La sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie è un disturbo neurologico che colpisce la percezione visiva. Può essere un disturbo temporaneo, in particolare quando viene associato a emicrania, crisi epilettiche o uso di sostanze stupefacenti. Ma la sindrome vera e propria compare durante l’infanzia senza cause apparenti.
Di per sé secondo gli esperti questa sindrome colpisce soprattutto i bambini e potrebbe risultare molto più diffusa di quanto pensiamo. Le persone che soffrono di questa sindrome all’improvviso possono avere l’impressione che i loro piedi si rimpiccioliscano o che le braccia e le mani si allunghino mentre il resto del mondo diventa minuscolo.
La sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie è chiamata anche sindrome di Todd dal nome dello psichiatra John Todd che la descrisse nei particolari nel 1955 e che parlò di una serie di illusioni e di distorsioni della realtà che riguardano il corpo e gli oggetti.
Dopo aver attraversato la tana del Bianconiglio Alice si ritrova in un mondo fantastico, quasi in un mondo alla rovescia in cui non si può essere mai sicuri degli effetti che avrà ciò che si assaggia.
Si tratta di una sindrome al momento piuttosto rara riguardo a cui non sono presenti molti studi scientifici. Non esistono cure. I pazienti non vengono sottoposti ad interventi chirurgici e non assumono medicinali. I bambini di solito mantengono i sintomi di questa sindrome sino a quando raggiungono l’adolescenza. Poi il problema si affievolisce e scompare.
Nel 2014 sulla rivista Pediatric Neurology è comparso uno studio su questa sindrome in cui si evidenzia che nei bambini l’età media della diagnosi è di 8 anni. I sintomi più comuni osservati sono micropsia (quando gli oggetti e le parti del corpo appaiono più piccole di come sono realmente) e telopsia (quando gli oggetti appaiono più lontani di quanto lo siano in realtà).
Fonte foto: Movie Pilot
Fonte foto: Pinimg
Fonte foto: Tumblr
Fonte foto: Zoom
Per comprendere fino in fondo questa sindrome saranno necessari ulteriori studi. Il racconto di Lewis Carroll, “Alice Adventures in Wonderland”, fu pubblicato nel 1865, quando questa sindrome non era ancora stata descritta dalla scienza, eppure ciò che succede adi Alice richiama una condizione neurologica che in effetti esiste davvero. A volte la realtà, quando meno ce lo aspettiamo, supera la fantasia.
Leggi anche:
- Il dilemma del porcospino: qual è la giusta distanza da mantenere con gli altri?
- Come praticare il non attaccamento nella vita quotidiana
- 15 consigli per leggere ad alta voce ai bambini
Fonte foto: Wikipedia