Sai cos’è il “cervello da popcorn”? Questi segnali rivelano che (forse) ce l’hai anche tu

L'utilizzo massiccio e costante dei dispositivi tecnologici sta distruggendo le nostre capacità di attenzione: ecco in che modo (e come correre ai ripari)

Quante volte capita di sentirsi stanchi senza un apparente motivo, frustrati, poco motivati, distratti e poco inclini a una concentrazione lunga e intensa.

I motivi di questo nostro stato possono essere molteplici, ma c’è un comune denominatore nelle vite di tutti, che gioca un ruolo fondamentale nell’uccidere la nostra attenzione: la dipendenza dalla tecnologia.

Tablet, smartphone, videogiochi, social network e piattaforme di streaming agiscono sul nostro cervello stimolando il rilascio di dopamina (l’ormone del benessere) e innescando meccanismi di dipendenza analoghi a quelli connessi a alcol e droghe.

In pratica, quando vediamo qualche video divertente su TikTok o su Instagram, il nostro cervello rilascia dopamina nell’organismo, che inizia a esserne dipendente e a pretenderne sempre di più.

Ecco perché è così difficile staccarsi dallo smartphone e si finisce a perdere ore del proprio tempo risucchiati dalle app e dai social, quasi senza accorgersene.

Oltre a rappresentare un’enorme perdita di tempo in cui potremmo fare qualcosa di più produttivo, la dipendenza dalla tecnologia distrugge le nostre capacità di concentrazione e attenzione su attività ripetitive e noiose. Ma perché?

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Il motivo per cui siamo sempre distratti

La risposta è molto semplice: il nostro cervello, costantemente bombardato da video, luci, colori, notifiche del “multitasking elettronico”, non riesce più a interessarsi al ritmo lento della vita vera che si svolge offline.

In altre parole, siamo così dipendenti dagli stimoli tecnologici (perché generano il rilascio di dopamina) che non riusciamo a provare interesse nella nostra quotidianità (che non sempre garantisce il rilascio di dopamina).

Azioni noiose e ripetitive come leggere, studiare, rispondere alle mail, cucinare, fare attività fisica o lavare i piatti non ci gratificano con dei picchi di dopamina – come fanno invece i video di gattini o le foto postate dai personaggi famosi sui propri profili social.

Ecco, quindi, che ci distraiamo continuamente nello svolgimento di queste attività, e ci ritroviamo a prendere il cellulare in mano ogni tre-cinque minuti, rendendoci impossibile concentrarci per portare a termine quel compito.

La nostra mente salta rapidamente da una cosa all’altra, da un’attività noiosa alle notifiche dei social ai video divertenti, proprio come farebbero i chicchi di mais messi a scoppiettare in una padella.

Ecco perché la letteratura scientifica definisce questo pattern comportamentale “popcorn brain” – cervello popcorn. La prima definizione di questa condizione fu data nel 2011 da David Levy, ricercatore della UW iSchool, all’interno di uno studio pubblicato su Manassas Patch.

Come evitare il “popcorn brain”

Il “popcorn brain” può inficiare notevolmente non solo la nostra capacità di concentrazione e di attenzione, ma anche il nostro rendimento nello studio o sul lavoro – oltre ovviamente a farci perdere moltissimo tempo più del necessario per lo svolgimento di una singola attività.

Inoltre, questa condizione ha effetti negativi anche sulle interazioni sociali, sulla nostra pazienza, sui nostri livelli di ansia e sul nostro benessere psicofisico a tutto tondo.

Ecco alcuni suggerimenti utili per evitare che la nostra mente si trasformi in una padella per popcorn (o per rimediare al danno già fatto):

  • Limitiamo l’uso della tecnologia a determinati momenti della giornata, evitando di portare lo smartphone con noi nel letto, in bagno o durante i pasti
  • Pratichiamo regolarmente un periodo di detox digitale per far riposare e ricaricare il cervello
  • Introduciamo nella nostra quotidianità attività lontane dalla tecnologia – meglio se pratiche come il ballo, il decoupage, il ricamo, la pittura, le passeggiate nella natura – e dedichiamoci ad esse con la compagnia di qualcuno
  • Impariamo la pratica della meditazione e portiamola avanti nella nostra quotidianità, anche solo per un paio di minuti al giorno
  • Evitiamo di praticare il multitasking e concentriamoci piuttosto sullo svolgimento di una singola azione alla volta: disperdere la nostra attenzione in attività diverse ci renderà solo più stanchi e distratti
  • Infine, lavoriamo (o studiamo) per “blocchi” sfruttando la tecnica del pomodoro: impostiamo un timer a 25 minuti e per quel lasso di tempo concentriamoci su una singola attività, senza distrazioni; poi concediamoci qualche minuto di pausa e ricominciamo con un altro blocco.

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