Hai pensieri negativi? Sopprimerli migliora la salute mentale: lo studio che smentisce Freud

Mettere a tacere paure e preoccupazioni è la soluzione per dar loro meno consistenza e per vivere una vita più serena: lo confermano i ricercatori dell'Università di Cambridge

I pensieri negativi e le preoccupazioni affliggono l’esistenza di ciascuno di noi. Tentare di sopprimerli, per salvaguardare la nostra salute mentale, potrebbe essere davvero la chiave per una vita più serena e felice.

A sostenerlo sono i ricercatori dell’Università di Cambridge, che hanno condotto uno studio sugli effetti dei pensieri negativi (e della loro repressione) per la nostra psiche, che di fatto smentirebbe Freud.

Lo studio

Per comprendere quali siano gli effetti dei pensieri negativi sulla nostra mente, i ricercatori hanno coinvolto un campione di 120 provenienti da 16 Paesi diversi, a cui hanno insegnato tecniche efficaci per la repressione dei pensieri negativi che li affliggevano.

A ogni partecipante, poi, è stato chiesto di pensare a una serie di scenari che potrebbero plausibilmente verificarsi nella sua vita nei prossimi due anni – in particolare:

  • 20 paure e preoccupazioni negative che temevano potessero accadere
  • 20 speranze e sogni positivi
  • 36 eventi neutri di routine e banali.

Per ogni scenario, i partecipanti hanno dovuto fornire una parola chiave che fungesse da “trigger” per rievocare quella paura o quella speranza. Per esempio:

  • per una preoccupazione negativo qualcuno ha scelto la parola “Ospedale”
  • per descrivere un evento neutro (ad esempio una visita dall’ottico), qualcuno ha usato la parola chiave “Ottico”
  • per una speranza, lo spunto potrebbe essere “Matrimonio” e così via.

Ai partecipanti è stato chiesto di valutare ciascun evento in base a una serie di parametri – come vividezza, probabilità che si verificasse, distanza nel futuro, emozioni scatenate dall’evento, frequenza del pensiero.

Questa conclusione sembra andare in contrasto con la teoria freudiana, comunemente accettata dalla psicologia moderna, secondo cui ciò che reprimiamo resta latente nel nostro inconscio e da lì continua a influenzare i nostri comportamenti e il nostro benessere.

Ecco perché, nel trattamento di problemi psicologici come ansia o depressione, la soluzione più spesso proposta come cura è quella di affrontare la questione parlandone, piuttosto che reprimendola mettendola “sotto il tappeto”.

Lo studio, invece, sembra mettere in discussione questa teoria, come spiega il professor Mamat:

Era molto chiaro che gli eventi che i partecipanti si esercitavano a sopprimere erano meno vividi, inducevano meno ansia emotivamente rispetto agli altri eventi e che, nel complesso, i partecipanti miglioravano in termini di salute mentale.

Nel giro di tre mesi tutti i partecipanti allo studio hanno dimostrato di rievocare le preoccupazioni scelte in modo meno vivido e meno intenso, e di essere meno spaventati da esse.

Ma non solo: la soppressione dei pensieri avrebbe effetti positivi anche per chi soffre di disturbi psicologici: le persone con sintomi di salute mentale peggiori all’inizio dello studio sono migliorati maggiormente dopo l’allenamento di soppressione.

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Fonte: University of Cambridge

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