Sono una psicologa e ti spiego perché in estate si è più a rischio tradimento

L'estate è la stagione in cui la vita di coppia è più a rischio di tradimento. Come superarla, migliorando la propria relazione sentimentale

La fedeltà è messa a dura prova sopratutto in estate: questo è il periodo in cui si registrano i più alti picchi di “corna”. Lo dice, dati alla mano, la scienza. Attenzione, riguarda tutti: è accertato, oramai, che uomini e donne (specialmente sotto i 40-45 anni) tradiscono più o meno nella stessa misura. Gli uomini sanno meglio separare la sessualità dall’affettività; le donne spesso si guardano altrove quando non sono soddisfatte o sono deluse. Inoltre non ci sono solo più i tradimenti emozionali o quelli fisici strettamente e direttamente sessuali; negli ultimi anni, il terzo incomodo (o l’amante) arriva anche dai mondi virtuali: sesso e ammiccamenti, dialoghi intimi in chat senza fine fino a notte fonda. Ovviamente on line.

Insomma l’estate è un tempo bellissimo o tremendo, per l’amore. Scopre i corpi in giornate dilatate e lunghissime di luce, in notti accaldate che possono accendere i sensi oppure smorzarli in un annoiato “fa caldo!”. Le temperature smollano le resistenze, fanno aprire le finestre delle case e anche i corpi, si “confrontano” con gli ormoni – in circolo sin dalla primavera – sollecitandoli ulteriormente. La pausa dal lavoro fa diminuire i livelli di stress. Tutto porta al movimento, alla leggerezza, alla ricerca di quella fresca brezza portata le novità.

Naturalmente tutto questo può diventare un momento in cui l’amore, nella coppia, si rinsalda: c’è più spazio per giocare, per guardarsi in modo non scontato, per trascorrere insieme del tempo, recuperando anche quello rubato dagli impegni professionali lungo tutto l’anno. L’estate amplia i tempi: nella mollezza delle temperature che si alzano, l’angolo più buio della casa è uno spazio protetto per scherzare, parlare, confrontarsi, fare nuovi progetti. Stare insieme come coppia.

Oppure no. Ed allora, ecco che i mesi estivi – allo stesso modo esasperano le condizioni che facilitano il tradimento. Ad esempio: un (una) partner narcisista o nevrotico tenderà a guardarsi intorno più facilmente (nel primo caso per sentirsi sempre al centro del mondo di qualcun altro, nel secondo per compensare le sue insoddisfazioni e ansie). Statisticamente può essere meno fedele chi, prima della relazione duratura in corso, ha già abbondantemente tradito; chi non si sente impegnato, chi è insoddisfatto della relazione o ha un attaccamento insicuro (non si fida veramente mai, a prescindere e quindi non si impegnerà mai veramente a fondo); chi viaggia molto per lavoro o, sempre per ragioni professionali, è sempre a contatto con persone con un certo fascino. In tutti questi casi, l’estate sollecita – più del solito – a lasciarsi andare, a concedersi situazioni “calde”, in sintonia con la stagione (ps: occhio che siano sempre adeguatamente “protette”: sesso sicuro, da un lato, e attenzione agli sconosciuti dall’altro).

Il “rischio tradimento” è maggiore, va da sé, se si sceglie di fare vacanze separate o se, per ragioni anche lavorative, ci si trova lontani. Le tentazioni possono bussare in modo più insistente, là dove il terreno è già pronto.

Ascoltare, riconoscere la propria voglia di tradire è importante: ci dice dove siamo nella coppia. È un segnale fondamentale. Cosa vogliamo farne, poi (agirlo, tradire, oppure no, trattenerci nell’ottica di un bene più grande, e differito) è un altro passo ancora.

Come sempre, in ogni relazione, la consapevolezza di se stessi, di dove si è, di cosa si vuole nella propria vita e dalla propria relazione è la base fondante. Il secondo aspetto, certo molte volte faticoso ma indispensabile, è il dialogo con la persona che si ha accanto: i problemi, le difficoltà, possono essere da stimolo per incontrarsi su livelli più profondi di intimità e vicinanza, condivisione, complicità oppure possono segnare solchi profondi.

Tradire, diciamolo, non è un atto di gran rispetto; spesso lascia ferite importanti: da cui si può guarire oppure no. Nel primo caso, come alcuni studi riconoscono, può essere utile persino alla vita di coppia: richiede una buona capacità di metabolizzazione e uno sguardo, di nuovo volitivamente unito, verso il futuro. Diversamente apre le porte alla fine della relazione, spesso con strascichi dolorosi. Pensarci prima, se ne vale la pena, può avere senso; perfino d’estate.

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