Procrastinare è la vostra parola d’ordine? Tendete sempre a rimandare un esame, un impegno o un progetto perché non vi sentite abbastanza pronti? Forse siete troppo perfezionisti e vi state dimenticando che la perfezione non esiste oppure a frenarvi è la pigrizia.
Procrastinare è la vostra parola d’ordine? Tendete sempre a rimandare un esame, un impegno o un progetto perché non vi sentite abbastanza pronti? Forse siete troppo perfezionisti e vi state dimenticando che la perfezione non esiste oppure a frenarvi è la pigrizia.
Tra la fissazione per il perfezionismo e l’arte di rimandare in continuazione gli impegni si può creare un circolo vizioso difficile da spezzare. Chi rimanda in continuazione vive male perché non riesce mai a raggiungere gli obiettivi prefissati e di conseguenza inizia a sentirsi frustrato fino al rischio di depressione.
Alcune persone tendono a lavorare meglio vicino alla data di scadenza di una consegna, altre preferiscono giocare d’anticipo e portare al termine il lavoro molto prima di quanto richiesto mentre altre ancora non fanno altro che rimandare progetti, idee e lavori perché non si sentono all’altezza.
Può succedere che chi tende a procrastinare abbia in se stesso delle motivazioni che sente davvero valide: il desiderio di raggiungere la perfezione e una bassa autostima che si vorrebbe alimentare facendo tutto al meglio.
Ma l’autostima in realtà non trae nessun giovamento dai continui rimandi e ritardi, dunque ecco che possono comparire ansia, depressione, senso di inadeguatezza insieme alla voglia di gettare la spugna.
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Perfezionismo e procrastinazione insieme possono generare una vera e propria paralisi, ma c’è un altro fattore che può entrare in gioco per generare ritardi su ritardi. Si tratta della pigrizia, di una vera e propria mancanza di stimoli e di voglia di fare.
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Al contrario del perfezionista, che tende ad essere fin troppo operativo, il pigro non si spaventa nemmeno di fronte ad una scadenza incombente e rimanda nella speranza che avere più tempo a disposizione gli permetterà di rimettersi in azione. Purtroppo non sempre è così e ciò rischia di minare diversi ambiti della vita a partire dal lavoro perché non è detto che chi è pigro viva meglio degli altri soprattutto quando la pigrizia eccessiva diventa controproducente e si trasforma in un ostacolo nelle relazioni sociali e nei rapporti di lavoro.
Cosa possiamo fare per smettere di procrastinare a causa della pigrizia o del perfezionismo?
Semplicemente dobbiamo sforzarci di modificare i nostri comportamenti e di abbandonare le cattive abitudini e per iniziare al meglio il cambiamento il consiglio è semplicemente di partire da un progetto a cui teniamo davvero, da uno dei nostri più grandi sogni.
Scriviamo su un foglio la data precisa entro cui vorremmo concretizzare il primo passo del nostro progetto che – naturalmente – andrà diviso in vari step per evitare che sia la pigrizia che il perfezionismo, a seconda dei casi, prendano il sopravvento.
- Fissiamo il nostro primo obiettivo
- Scegliamo il progetto a cui teniamo di più
- Suddividiamo gli impegni in vari step
- Stabiliamo delle date di scadenza intermedie
- Decidiamo la data finale da rispettare
- Impegniamoci ad abbandonare la pigrizia o il perfezionismo
- Miglioriamo la nostra autostima
- Lavoriamo a fondo ogni giorno
- Chiediamo aiuto quando ne abbiamo bisogno
- Premiamoci per il risultato raggiunto
È importante ricordare che rimandare il primo step porta a ritardare l’obiettivo finale. Con questo aspetto bene in mente sia i pigri che i perfezionisti dovrebbero riuscire a regolarsi meglio nel proprio modo di organizzarsi, soprattutto seguendo il consiglio di fissare come obiettivo per il cambiamento un progetto a cui si tiene molto.
Siete pronti a mettervi alla prova?
Marta Albè