Per qualcuno, aprire gli occhi ed esporsi alla luce solare è motivo di terrore e frustrazione: conosciamo meglio l'optofobia (e i suoi sintomi)
Non c’è cosa più bella al mattino che aprire la finestra e lasciare che la luce solare invada la stanza, inebriandoci del dolce tepore che emana la nostra stella più luminosa.
Eppure, per alcune persone, un risveglio del genere è un vero e proprio incubo: chi soffre di optofobia, infatti, è assalito da un’inquietudine paralizzante alla sola idea di aprire gli occhi e affrontare la luce del giorno.
Conosciamo meglio questa rara fobia, che può diventare un’invalicabile barriera fra chi ne soffre e il reso del mondo, cercando di capirne i motivi scatenanti e le possibili soluzioni.
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Che cos’è l’optofobia
L’optofobia, dal greco optos (vista) e phobos (paura), è stata descritta per la prima volta nel 1872 dal neurologo francese Jules Baillarger, che la definì come una “nevrosi caratterizzata da una paura esagerata e morbosa della luce”.
Le cause di questa fobia non sono ancora del tutto chiare: i ricercatori ipotizzano che, alla base dell’optofobia, possa esserci un intreccio di fattori genetici, ambientali e psicologici.
Tra questi ultimi, possono esserci traumi infantili legati alla vista, esperienze negative associate alla luce o uno stato d’animo profondamente ansioso.
Come accade per tutte le paure, la sintomatologia legata all’optofobia è variegata e dipende da persona a persona. Tra i sintomi più comuni vi sono:
- ansia intensa all’idea di aprire gli occhi
- palpitazioni, sudorazione e tremori
- vertigini
- nausea
- ipersensibilità alla luce
- visione alterata e incapacità di mettere bene a fuoco.
Nei gasi più gravi, l’optofobia diventa un vero e proprio limite per la persona che ne soffre e che può arrivare a chiudere gli occhi per giorni o addirittura settimane.
Come sconfiggere la paura
L’optofobia è una condizione che pregiudica profondamente la socialità e, più in generale, l’intera esistenza di chi ne soffre: sconfiggerla significa non solo liberarsi dalla paura di aprire gli occhi, ma anche riappropriarsi della propria vita.
Significa poter godere della bellezza del mondo che ci circonda, vivere esperienze nuove e costruire relazioni profonde, vivendo appieno la propria esistenza.
Con il giusto supporto, è possibile imparare a gestire la propria paura e riuscire a vivere una vita normale. Ecco qualche strategia utile:
- terapia psicologica – il supporto di un esperto è il primo passo verso una gestione sana della paura
- terapia cognitivo-comportamentale – questo tipo di terapia aiuta a identificare e modificare i pensieri e i comportamenti negativi associati alla paura di aprire gli occhi, limitandone potenza ed effetti
- desensitizzazione sistematica – la graduale esposizione della persona a situazioni che provocano ansia, come ambienti luminosi o spazi aperti, permette di imparare a controllare l’ansia
- farmaci – nei casi più gravi, possono essere prescritti farmaci anti-ansia o antidepressivi per aiutare a gestire i sintomi (ma sarà il medico specialista a stabilire questa possibilità).
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