Dalle frontiere di medicina, psicologia e neuroscienze, le 8 principali neuropersonalità. In quale ti riconosci di più?
La nostra personalità, o meglio il nostro temperamento, è determinato – in modo particolare – da un ormone.
Secondo la P.N.E.I. (Psico Neuro Endocrino Immunologia, una nuova branca di studio che unisce medicina, neuroscienze e psicologia), serotonina, testosterone, ossitocina , per citarne solo alcuni, svolgono un ruolo molto più ampio di quello che comunemente conosciamo:
“Le evidenze sperimentali degli ultimi decenni – afferma Nitamo Federico Montecucco, medico, ricercatore, neuropsicologo e autore del libro “Psicosomatica Olistica” (linkaffiliazione)- hanno mostrato come alcuni ormoni e neurotrasmettitori siano i mediatori psicosomatici delle emozioni, dei comportamenti e delle attitudini mentali”.
E determinano la nostra struttura di base personale, quella più profonda, che caratterizza il nostro “stile”.
Le principali neuropersonalità sono 8: eccole.
1) Neuropersonalità serotoninica
La serotonina viene prodotta quando dormiamo, mangiamo, abbiamo un’attività sessuale, facciamo sport o ci rilassiamo. Chi ha questa personalità vive di sensazioni “di pancia”, tende ad evitare i pericoli, apprezza in modo particolare il benessere fisico. Può esprimersi in modo “attivo”, con dominanza e difesa del territorio, forza. Oppure, in modo più passivo, si cerca di star bene evitando i pericoli, le situazioni problematiche (fisiche, affettive, sociali).
2) Neuropersonalità testosteronica
Forza fisica, dinamismo, energia sessuale, aggressività, gioco agonistico, rischio, esplorazione: sono queste le caratteristiche di base. Le persone che la posseggono sono individualiste, amano la competizione. Nel gergo più popolare, di loro si può dire che “hanno le palle”.
3) Neuropersonalità adrenalinica
Chi la possiede cerca sempre situazioni di vita ad alta intensità, adrenaliniche appunto: sport estremi, relazioni pericolose, attività pericolose, gioco d’azzardo, investimenti rischiosi eccetera. Il bisogno è di stare sempre sul filo di una tensione che poi libera dopamina e quindi consente di provare un’intensa euforia.
4) Neuropersonalità cortisolica
È propria di chi cerca stabilità e sicurezza, in primo luogo. Di fronte alle difficoltà, alle sfide, ai cambiamenti ha un atteggiamento di “resistenza”. Può essere ansioso, temere i pericoli; di sicuro evita l’aggressività, non ama i confronti e le competizioni. Più che premere sull’acceleratore, trattiene il movimento, ferma l’azione.
5) Neuropersonalità dopaminica
La dopamina è il neuromediatore delle aree del piacere del sistema limbico. Motiva. Rende emozionalmente intensi, passionali, giocosi e, al tempo stesso, in cerca sempre di novità. Se la dopamina è poca, si è depressi; in abbondanza, produce euforia.
6) Neuropersonalità ossitocinica
Qui regna l’ormone dell’amore, della cura, dell’empatia. Chi possiede questo temperamento socializza facilmente, considera importanti le relazioni, sa vivere intimità, condivisione, attenzione e gentilezza. Ha una buona memoria riguardo alle persone care.
7) Neuropersonalità noradrenalinica
È caratterizzata da concentrazione mentale, tendenza alla razionalizzazione, controllo delle possibilità, determinazione e velocità di risposta, presenza mentale. Chi la possiede tende ad avere bisogno del riconoscimento altrui, è sensibile ai giudizi. Può essere ansioso, ipercontrollante.
8) Neuropersonalità endorfinica
Regala una tendenza pacifica, serena, armonica; facilita la sopportazione del dolore e la ricerca del piacere, in tutti i sensi (anche se chi la possiede ha una libido più dolce, che predispone ad una sessualità più amorevole e profonda).
Avete individuato la vostra? Naturalmente il temperamento è uno degli elementi che determina la personalità: una composizione ricca di tutti gli elementi, distribuiti con pesi differenti per ognuno e individuabili grazie ad uno specifico neuro-personality-test.
Ps: chi volesse approfondire questi argomenti, può scaricare gratuitamente, on line, il libro del dott. Montecucco “Psicosomatica PNEI – Il Nuovo Paradigma delle Neuroscienze”.