Shopping compulsivo? Meditate gente, meditate! Così la mindfulness può ridurre gli acquisti inutili

L'ossessione per lo shopping può essere contrastata grazie alla consapevolezza di sé, possibile grazie a un percorso di mindfulness

Caccia all’affare nel periodo dei saldi? Forse dovreste prima fermarvi un attimo e provare a zittire la mente per qualche minuto. Secondo un recente studio meditare e praticare l’autocompassione può essere considerata una valida soluzione alla tendenza che molte persone hanno nei confronti degli acquisti d’impulso, poiché permette di aumentare i livelli di autocontrollo e di avere una visione del benessere meno legata al possesso di beni materiali.

I sintomi dello shopping compulsivo

Lo shopping compulsivo può essere considerato una vera e propria dipendenza, al pari di quelle che ci legano in modo ossessivo al tabacco, ai social o all’alcol.

Esso si manifesta quando il pensiero di acquistare nuovi oggetti (che magari non ci servono, o che abbiamo già in casa) ci perseguita e non ci lascia tregua: dobbiamo per forza cedere alla tentazione di acquistare, in negozi fisici o online, se vogliamo tornare a concentrarci sul nostro lavoro o sulle attività domestiche.

Ecco alcuni dei sintomi di una dipendenza da shopping, che possono manifestarsi in forma più o meno acuta a seconda della gravità del problema:

  • non riusciamo a smettere di fare acquisti
  • pensiamo costantemente allo shopping, sia esso in luoghi fisici oppure online
  • consultiamo siti o app di e-commerce anche più volte al giorno
  • siamo sempre alla spasmodica ricerca di offerte, sconti e promozioni per l’acquisto di prodotti
  • ci annoiamo facilmente dei nostri acquisti e siamo sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo
  • manifestiamo scarso interesse per le altre attività o per le persone che ci circondano
  • proviamo un senso di colpa profondo dopo aver ceduto all’impulso dello shopping.

Mindfulness e shopping compulsivo

Finora, i meccanismi di dipendenza legati allo shopping compulsivo sono stati poco studiati dalla letteratura scientifica, per questo motivo il fenomeno non ha contorni chiari e definiti.

Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Pechino ha individuato nella pratica della mindfulness, e più precisamente nell’autocompassione, un utile “antidoto” all’ossessione per gli acquisti.

Chi acquista compulsivamente è spesso mosso da un bisogno nascosto di affermare la propria identità all’interno della società, e per farlo utilizza il possesso di oggetti materiali – magari costosi e ricercati.

Praticare l’autocompassione permette di migliorare la propria autostima e di trovare soddisfacimento per le proprie necessità psicologiche: questo limita notevolmente il ricorso allo shopping compulsivo come forma di gratificazione e autoaffermazione.

Lo studio

Per testare la complessa relazione tra autocompassione, autocontrollo e acquisto impulsivo, i ricercatori cinesi hanno coinvolto 191 partecipanti divisi in due gruppi: il primo gruppo è stato invitato a seguire un corso online sull’autocompassione per la durata di 14 giorni, mentre il secondo non ha seguito alcuna formazione (gruppo di controllo).

A tutti i partecipanti sono stati poi somministrati dei questionari relativi all’autocompassione, al materialismo e all’acquisto d’impulso in diversi momenti dello studio (una settimana prima dell’inizio, tre settimane dopo l’inizio, un mese dopo il questionario post-test).

Si è visto come, rispetto al gruppo di controllo, il gruppo che aveva seguito il corso online ha dimostrato un maggiore autocontrollo, connesso a una diminuzione del materialismo e delle tendenze all’acquisto impulsivo.

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Fonte: Mindfulness

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