Uno studio ha individuato l'area del cervello (la regione grigio periacqueduttale) che media la spiritualità e la religiosità umana
Difficilmente pensiamo alla spiritualità o alla religiosità come qualcosa che può essere definito con criteri scientifici. Alcune ricerche hanno cercato però di individuare le aree cerebrali che mediano tali aspetti caratteristici della personalità di tanti di noi e adesso, per la prima volta, un nuovo studio ha trovato una specifica regione del cervello che si occupa proprio di questo.
È da tempo che gli scienziati sospettano che anche la religiosità e la spiritualità possano essere in qualche modo mappate su specifici circuiti cerebrali, ma la posizione di quei circuiti fino ad oggi era rimasta sconosciuta.
Adesso però uno studio, che ha utilizzato una nuova tecnologia e il connettoma umano (una mappa di connessioni neurali), è riuscito ad identificare un circuito cerebrale fondamentale per sviluppare la nostra spiritualità.
Tale circuito si trova in una regione del tronco cerebrale chiamata grigio periacqueduttale (PAG) ed è proprio qui che, secondo lo studio condotto da Michael Ferguson, PhD, ricercatore del Center for Brain Circuit Therapeutics presso il Brigham and Women’s Hospital, viene mediata la religiosità e la spiritualità negli esseri umani.
Ricerche precedenti hanno indicato che le esperienze religiose non sono il prodotto di una particolare regione del cervello ma che la spiritualità probabilmente deriva dall’attività dinamica in più regioni cerebrali.
Per approfondire l’argomento e arrivare alla scoperta del circuito cerebrale sopracitato, il team del dottor Ferguson ha esaminato i dati raccolti in precedenza sulla spiritualità auto-riferita da 88 pazienti, prima e dopo aver subito un intervento chirurgico per un tumore al cervello.
I ricercatori hanno utilizzato una tecnica chiamata mappatura della rete delle lesioni per analizzare come il sito della lesione, o tumore, di ciascun paziente interagisce con il resto del cervello utilizzando un set di dati di connettoma. Quell’analisi ha rivelato che il PAG è un fulcro critico per i cambiamenti nell’identificazione spirituale.
Il team ha poi confermato l’importanza del PAG analizzando i dati raccolti in precedenza da 105 veterani della guerra del Vietnam che avevano subito un trauma cranico.
Il PAG è una struttura cerebrale evolutivamente antica, nota per il suo importante ruolo nelle risposte alla paura e nelle funzioni autonome come la regolazione della frequenza cardiaca. Il PAG è probabilmente più conosciuto e più studiato per il suo ruolo nell’attenuare il dolore, innescando il rilascio di oppioidi endogeni, gli antidolorifici del cervello.
I ricercatori sono rimasti sorpresi di trovare il circuito della spiritualità incentrato sul PAG, piuttosto che sulle regioni cerebrali “superiori” come la corteccia, che di solito è associata alla funzione cognitiva e ai pensieri astratti.
Il dottor Ferguson ha dichiarato:
Il fatto che i nostri risultati in questo studio indichino una struttura del tronco cerebrale così antica dal punto di vista evolutivo per definire un circuito per la spiritualità è potenzialmente significativo per una serie di ragioni. Tra le ragioni più immediatamente materiali c’è che il [PAG] è noto per mediare l’inibizione del dolore. Questo porta alla curiosità sui modi in cui la spiritualità potrebbe essere clinicamente rilevante per aiutare a gestire il dolore fisico ed emotivo. Il fatto che il [PAG] sia anche coinvolto nell’attaccamento e nel legame può anche suggerire spiegazioni meccanicistiche per l’osservazione emergente che la spiritualità può essere efficacemente integrata nella psicoterapia. Queste sono ovviamente le prime speculazioni sulla possibile rilevanza clinica per le neuroscienze della spiritualità; il fatto, tuttavia, che ci sia molto più lavoro da fare in questo settore è motivante!
I ricercatori hanno creduto a lungo che esistessero circuiti in grado di regolare spiritualità e religiosità, considerando anche che alcune malattie mentali e neurologiche possono essere associate ad alterazioni nelle esperienze religiose, come allucinazioni o deliri.
Naturalmente questo non vuol dire che, secondo lo studio, la religione o la spiritualità nelle persone sane siano in alcun modo anormali. Piuttosto la ricerca è importante in quanto è riuscita ad identificare i circuiti nel cervello che ci consentono di avere esperienze religiose o spirituali.
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Fonte: Biological Psychiatry
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