Come evitare il trauma da rientro dalle vacanze: 8 consigli da mettere subito in pratica.
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Ok, sono finite: le vacanze sono diventate “tempo passato”, almeno per 7 italiani su 10. Ora, in agguato, c’è il rischio di trauma da rientro o quantomeno – per la maggior parte delle persone – il rapido ripristino di uno stato di stress e un veloce abbassamento del benessere che era stato raggiunto.
In altri termini, come ha dimostrato uno studio di qualche anno fa, già appena finite le ferie, chi è andato via e chi è restato in città si ritrovano velocemente con lo stesso livello di felicità (o infelicità).
E allora, per cominciare, ecco 3 consigli strategici che vale la pena di tenere a mente, per le prossime occasioni, se si vogliono mantenere i benefici più a lungo nel post-vacanze:
- programmare nell’anno più occasioni per “staccare” (anche di pochi giorni) piuttosto che un unico lungo periodo
- pianificare vacanze (anche quelle brevi) che includano “obbligatoriamente” momenti di relax, quiete, pace, riposo ed esplorazione, nutrimento della propria creatività personale
- prevedere – al rientro – un “cuscinetto” temporale di adeguamento tra ritmi vacanzieri e post vacanzieri.
Intanto, però, cosa fare per scacciare il pericolo di ritrovarsi stressati e di cattivo umore, in una condizione di malessere e disagio e anche spossatezza e per trarre ancora vantaggio dai doni di luce, calore, natura e bellezza che l’estate ancora ci dona, ovunque noi siamo? Otto suggerimenti che si possono mettere in pratica da subito.
Organizzare i (futuri) giorni di riposo
Pensare al prossimo e più vicino, anche breve, periodo di riposo o ad una gita fuori porta da fare appena possibile, aiuta a sentirsi felici, ad affrontare il ritorno agli ordinari impegni quotidiani
Passeggiare nella natura
Sono oramai tantissimi gli studi che hanno certificato, senza ombra di dubbio, gli effetti positivi – per mente, corpo, emozioni e spirito – dello stare in mezzo alla natura, osservandone la bellezza e respirandola a pieni polmoni. Non è necessario andare in montagna o al mare o nei boschi (certo, se si può è preferibile): basterà anche il parco cittadino.
Approfittare del sole
Cercare di stare il più possibile all’aria aperta, esposti alla luce naturale, per ridurre lo stress – per mente e umore – del ritorno all’illuminazione artificiale. Se poi c’è il sole, tanto meglio: è una ulteriore scorta di buonumore e vitamina D, e non guasta.
Assicurarsi un sonno di qualità
Riposare è importante, consente al nostro corpo di rigenerarsi; inoltre, grazie ai sogni, rielaboriamo i nostri vissuti emozionali. Per un buon sonno: non andare a letto dopo mezzanotte, garantire un numero minimo di ore (almeno 7). In caso di insonnia, potrà aiutare – la sera – un bagno caldo o una tisana. Naturalmente no a computer, tablet o tv in camera da letto…
Mangiare sano e cruelty free
Portare maggiore attenzione alla qualità e provenienza di quello che mangiamo è importante perché ogni alimento contiene non solo componenti che possono farci bene (i nutrienti) o male (additivi, pesticidi eccetera) ma anche informazioni più “sottili”. Ovviamente è bene scegliere prodotti freschi, se possibile biologici o biodinamici, cruelty free, a km 0. Tanta verdura e frutta depurano il corpo e lo preparano al cambio di stagione; evitare alcol e fumo.
Decluttering strategico
Il ritorno (a casa e sul lavoro) dopo il periodo di assenza vacanziera ci consente di avere uno sguardo “nuovo” all’ambiente. Possiamo approfittarne per buttare via quello che non serve più, che è ridondante, vecchio, rotto, usato, brutto. E fare così un po’ di spazio: farà bene anche all’umore, oltre che alla vita.
Prendersi delle pause, sul lavoro
Ogni due ore, almeno 15 minuti di riposo in cui fare due passi per riattivare la circolare e far riposare gli occhi. Per staccare con la testa e tornare, un po’, a guardarsi intorno nel respiro del presente e nel cuore.
Riorganizzare in modo nuovo la propria routine settimanale
Introdurre gradualmente gli impegni, dando priorità a quelli più importanti; cominciare a prevedere momenti dedicati a sé (per nutrire le proprie emozioni e spirito) e, magari, anche all’impegno sociale (“partecipare”, fare del bene per la comunità e l’ambiente, seguendo da vicino i propri interessi e predisposizioni, fa sentire bene e utili e aumenta il proprio livello di felicità).