Avete mai sentito parlare di sonno polifasico? Anche Leonardo Da Vinci lo praticava per essere più produttivo
Leonardo Da Vinci, a quanto pare, era solito riposarsi per una ventina di minuti ogni 4 ore. Quindi dormiva circa 2 ore e restava sveglio per le restanti 22. Non era il solo. Anche Thomas Edison, Nikola Tesla, Napoleone si concedevano frequenti pisolini durante la giornata, per ottimizzare al massimo il tempo che avevano a disposizione.
In psicologia la pratica di dormire diverse volte durante il giorno prende il nome di sonno polifasico, termine coniato dallo psicologo J.S. Szymanski.
Si tratta di una tipologia di riposo tipica dei neonati che con il passare degli anni viene abbandonata a favore del sonno bifasico. Quest’ultimo, diffuso tra i bambini, non prevede tanti piccoli sonnellini ma due segmenti di sonno, solitamente uno di notte e l’altro durante la giornata.
Con l’età adulta gran parte delle persone passano al sonno monofasico, quindi dormono una sola volta solitamente di notte, e solo con l’avanzare dell’età si torna progressivamente al sonno polifasico ultradiano, che prevede numerosi sonnellini durante la giornata.
Nonostante il sonno monofasico sia il più diffuso e al momento il più consigliato dagli esperti, il sonno polifasico, di cui esistono varie tipologie (Everyman, Dymaxion, Uberman) inizia a essere in parte rivalutato. Secondo la Sleep Foundation, le ricerche condotte negli anni non ne dimostrano in modo chiaro l’efficacia, ma dati aneddotici di dormienti polifasici suggeriscono numerosi benefici.
- Innanzitutto una maggiore produttività, prontezza e capacità di apprendere e memorizzare informazioni.
- Una maggiore compatibilità con gli orari irregolari di chi, per esempio, lavora a turni o a chiamata.
- In terzo luogo un aumento dei cosiddetti sogni lucidi.
E tutto questo nonostante preveda un numero nettamente inferiore di ore dedicate al riposo rispetto al sonno monofasico. Tuttavia non mancano gli effetti collaterali, evidenzia la Sleep Foundation, dalla minore capacità di rispondere rapidamente agli stimoli durante le ore di veglia, a una maggiore sonnolenza, dalla riduzione dei tempi di reazione a vari impatti negativi sulla salute fisica e mentale.
Il tema continua a essere oggetto di dibattiti tra gli esperti, sebbene al momento la maggioranza degli studi concordi nel ritenere il sonno monofasico migliore rispetto a quello polifasico, che tuttavia potrebbe rivelarsi utile in determinate circostanze.
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