Se segui il dharma, avrai un buon karma: si può riassumere così l'antica sapienza e dottrina insegnata nelle Upanisad, tra i più antichi testi religiosi e filosofici indiani. Ma che significa? Karma deriva dal termine sanscrito karman, che si può tradurre con "creare qualcosa agendo"; in pratica, la parte non necessariamente visibile delle nostre azioni crea il nostro destino. Anche “Dharma” è una parola sanscrita e significa “obbligo morale, verità”, “come le cose sono” o “come le cose dovrebbero essere
Se segui il dharma, avrai un buon karma: si può riassumere così l’antica sapienza e dottrina insegnata nelle Upanisad, tra i più antichi testi religiosi e filosofici indiani. Ma che significa? Karma deriva dal termine sanscrito karman, che si può tradurre con “creare qualcosa agendo”; in pratica, la parte non necessariamente visibile delle nostre azioni crea il nostro destino. Anche “Dharma” è una parola sanscrita e significa “obbligo morale, verità”, “come le cose sono” o “come le cose dovrebbero essere”.
I concetti di karma e dharma (che si sono diffusi in Occidente soprattutto a partire dal XIX secolo, grazie anche alla Società Teosofica e, più tardi, ai movimenti New Age) esprimono il cardine della Legge di compensazione: si raccoglie quello che si semina. Non c’è via di scampo.
“Ogni azione, ogni pensiero, raccoglie i corrispondenti frutti. La sofferenza umana non è un segno della collera di Dio, o della Natura, verso l’umanità: è piuttosto un segno dell’ignoranza della legge divina da parte dell’uomo”, afferma Paramhansa Yogananda in “Come creare il proprio destino”.
Il karma è una via senza possibilità di scelta? Sì e no. Rudolf Steiner, nelle sue “Considerazioni esoteriche su nessi karmici”, fa l’esempio di un uomo che decide di costruirsi una casa per andarci a vivere; quando è pronta va ad abitarci. Se a quel punto non ricordasse più di aver voluto quella casa e dentro quelle mura ora si sentisse stretto, rimane sempre il fatto che, dentro la sua abitazione sarà libero di vivere come vuole, in modo saggio oppure in modo dissoluto.
Quelle libere scelte contribuiranno non solo a costruire nuovo karma individuale ma – secondo la Scienza dello Spirito – si inscriveranno anche nel karma della Terra che, a sua volta, contribuisce a preparare il futuro dell’umanità.
Non tutti sanno però che il nostro karma può arrivare anche dal futuro. Spiega Fausto Carotenuto di Coscienze in Rete:
“Le singole esperienze della vita servono per sviluppare la nostra capacità di amare e far crescere lo Spirito; il karma serve per “compensare” le azioni del passato ma una parte delle situazioni in cui ci troviamo è necessaria per prepararci in modo specifico ai compiti che attendono la nostra anima e il nostro Spirito in questa o altre vite. È lo stesso principio per cui un genitore fa – oggi – studiare una lingua straniera al figlio: così – un domani – avrà già consolidato una competenza che gli sarà utile; ovviamente con il karma si tratta di sviluppare, consolidare qualità dello Spirito”.
“Ci sono le onde e c’è il vento, ci sono le forze visibili e quelle invisibili. Ognuno ha questi stessi elementi nella sua vita, il visibile e l’invisibile, il karma e il libero arbitrio”: ci ricorda Kuan Yin, amorevole dea taoista della compassione.
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Quindi, necessariamente, dipende comunque da noi: una bella e costruttiva sfida, no?
Anna Maria Cebrelli