Creatività e insight, come svilupparli. Accettare il nostro artista interiore ci apre le porte alla realizzazione creativa.
La creatività è, in fondo, uno dei modi che abbiamo a disposizione per partecipare alla costruzione del mondo. L’intenzione di chi la esprime può essere rivolta al bene, alla bellezza, al benessere di tutti oppure, al contrario, contenere in modo più o meno velato intenti “predatori”, di sopraffazione o potere personale: i risultati, naturalmente, saranno diversi sia nell’opera che nei frutti che porterà la sua condivisione.
Abbiamo due modalità creative: quella che nasce da un insight, un’illuminazione che consente all’improvviso di comprendere, di intuire, di sapere; e una che prende forma da uno stato di “presenza”: è un fluire ed essere al tempo stesso nel qui ed ora, in connessione con il proprio Sè.
Secondo la psicologia, l’insight è un “non usuale” processo di elaborazione mentale che non si forma “per caso”; servono una competenza sull’argomento e una domanda di partenza; quindi è necessaria una fase di “incubazione” (che può durare anche solo un attimo) per mettere insieme informazioni che prima sembravano non collegate e confrontare questi dati nuovi con le nozioni già possedute.
Ed è (solo) a quel punto che si può accendere improvvisamente “una lampadina”: siamo in pieno effetto Eureka! anche detto Aha!. La soluzione appare immediatamente chiara senza aver fatto un qualche ragionamento logico per “prove ed errori”. (Ps: lo stesso può succedere agli animali, come ha dimostrato lo scimpanzè Sultano che si è inventato un modo per agguantare delle banane che erano fuori dalla portata del ramo di cui disponeva).
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C’è poi la creatività che nasce da una connessione profonda, interiore, con il proprio Sè: in questo caso si tratta di un’immagine che si forma prima nel pensiero e poi – quasi sempre in uno stato meditativo, “senza pensiero”, di pura presenza – diventa gesto, atto produttivo. Come può accadere ad un pittore che dipinge entrando in risonanza con i colori e la tela. Si esce dal ragionamento, dal giudizio, si sta nel qui ed ora dell’azione, in relazione con quanto si sta facendo.
Ma non è tutto, naturalmente. Quando competenze formali e connessione autentica si fondono, non importa se consapevolmente o meno, si può accedere a dei contenuti “superiori”: Brahmss, ad esempio, raccontò ad un suo biografo che quando ebbe l’ispirazione per le sue più famose composizioni,
“le idee scendono su di me subito,direttamente da Dio, e con l’occhio della mente non solo vedo distintamente i temi ma essi sono rivestiti delle forme adatte, completi di melodie e strumentazione. Quando mi trovo in questi rari e ispirati stati d’animo, il prodotto finito mi si rivela una battuta dopo l’altra”.
Nel testo Creatività superiore, viene riportato un commento di Goethe a proposito del suo Werther: “Scrissi il libro in uno stato di quasi incoscienza, come un sonnambulo, e mi meravigliai quando mi resi conto di ciò che avevo fatto”. E che dire di Cartesio, l’uomo che ha posto le basi del razionalismo moderno? Nella notte del 10 novembre 1619, gli apparvero tre volte in sogno delle immagini e lui comprese che “era la persona destinata a riformare la conoscenza e unificare le scienze, e che le sue riflessioni dei mesi precedenti sulla conoscenza dovevano diventare un metodo nuovo per scoprire la verità scientifica”.
Certo, quelli citati sono nomi di personalità speciali ma ognuno di noi può nutrire, allenare le sue capacità creative. Riassumendo: servono competenze teoriche e pratiche (difficile diventare Brahms se non si conoscono le note o non si sa suonare uno strumento); ci si può far aiutare da tecniche che consentano di superare gli ostacoli e le resistenze prodotti dalla mente conscia come il rilassamento, il pensiero laterale, la pratica espressiva libera dal giudizio (per chi vuole un percorso strutturato fai-da-te, La via dell’artista di Julia Cameron sarà una guida perfetta: 12 settimane di esercizi, compiti, spunti di riflessione utili a tutti).
Di base però serve la consapevolezza che, pure in ognuno di noi, c’è un “artista interiore” che chiede solo di essere visto, di avere il suo spazio: se lo lasciamo fare, ci apre e ci trasforma, ci rende produttivi e capaci di lavori che non immaginavamo, e lo fa anche attraverso le ispirazioni che gli arrivano dal Cielo (oltre l’inconscio, insomma). Si tratta solo di cominciare; anche da adesso.
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Anna Maria Cebrelli