Il tempo vola più velocemente man mano che invecchiamo (ecco perché, c’è una spiegazione scientifica)

Capita talvolta di avere la sensazione che il tempo ci scivoli via dalle dita senza quasi che ce ne rendiamo conto: ci distraiamo un momento e siamo già alla fine del mese o addirittura dell’anno.

Le settimane passano veloci e si inanellano l’una all’altra, lasciando a noi un senso di smarrimento e quasi di sorpresa per quanto sia frenetica la nostra vita e quanto poco tempo riusciamo a dedicare a ciò che ci piace davvero.

Quando eravamo piccoli, ci sembrava che il tempo non passasse mai – e invece, ora che siamo diventati adulti, non facciamo altro che rincorrerlo. Come mai accade questo?

Cindy Lustig, psicologa dell’Università del Michigan, svela l’arcano: la nostra percezione del tempo cambia notevolmente con l’avanzare dell’età.

Per un bambino di cinque anni, un anno rappresenta il 20% della sua vita, ed è un periodo pieno di esperienze alla scoperta del mondo che lo circonda.

Per un cinquantenne, invece, lo stesso anno rappresenta solo il 2% della vita – periodo durante il quale non ci sono altrettante esperienze importanti come per un bambino piccolo.

In altre parole, la mente umana misura il tempo non tanto in modo oggettivo, ma piuttosto in base alla presenza o meno di eventi memorabili e di esperienze da ricordare. Con l’avanzare dell’età, gli eventi importanti si fanno sempre più rari, e il tempo accelera inevitabilmente.

Quando invecchiamo, tendiamo ad avere vite più strutturate attorno alla routine e meno eventi importanti a cui siamo abituati a delimitare epoche diverse del “tempo della nostra vita” – spiega la professoressa.

Un altro motivo per cui il tempo ci sembra scorrere velocemente è connesso alla quantità di strada che abbiamo già fatto nel percorso della vita.

Se chiediamo a un bambino di 8 anni e a un anziano di 80 anni di guardare indietro al mese o all’anno appena trascorso, alla persona anziana quel periodo di tempo sembrerà passato più velocemente.

Per un ottantenne, la vita che vive oggi non è molto diversa da quella di quando aveva 78 o 79 anni. Per un bambino, guardare all’anno precedente vuol dire rivivere il passaggio da una classe all’altra di scuola, l’apprendimento di nozioni e competenze, il ricordo di esperienze e viaggi e molto altro.

Se i giorni e le settimane si assomigliano, senza troppi sconvolgimenti né esperienze particolari, il nostro cervello tende ad agglomerare il tempo: ecco quindi che, per un ottantenne che fa le stesse cose ogni giorno, l’anno si confonderà nella sua mente e sembrerà che sia passato velocemente.

Sono le cose eccitanti, le esperienze nuove e le scoperte che fanno sì che i giorni e i mesi sembrino diversi, e che ci portano a differenziarli nella nostra mente dilatando la nostra percezione del tempo.

Le numerose esperienze che i bambini piccoli nella loro vita – imparare cose nuove a scuola, andare a lezione di danza classica o visitare la casa di un nuovo amico, partecipare a una festa o a una gita – contribuiscono a rafforzare l’idea che il tempo sia più lento.

Ma questo processo psicologico può valere anche per noi adulti e spiega perché, quando ci concediamo un breve periodo di vacanza in un luogo che non abbiamo mai visto, il tempo sembra non passare mai.

Stiamo facendo moltissime esperienze nuove, visitando luoghi sconosciuti e assaggiando piatti che non siamo soliti mangiare, e tutto questo dilata la nostra percezione del tempo, rendendo anche solo un fine settimana estremamente lungo.

Come possiamo far rallentare il tempo? Provare cose nuove ogni settimana, introdurre nella nostra routine qualche cambiamento ogni tanto o anche solo preparare un piatto mai fatto prima sono tutte strategie che possono rallentare il tempo della nostra vita.

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Fonte: LSA University of Michigan

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