Ho’oponopono: mantra e preghiere per la riconciliazione e il perdono

Ho'oponopono, cos'è e come funziona l'antica pratica di guarigione hawaiana. Come praticarla per il superamento dei conflitti a livello individuale, familiare e di gruppo.

Ho’oponopono, cos’è e come funziona l’antica pratica di guarigione hawaiana. Come praticarla per il superamento dei conflitti a livello individuale, familiare e di gruppo.

Sembra uno scioglilingua ma non lo è. Non è neanche una parola magica ma il nome di un’antica pratica hawaiana per la riconciliazione, il perdono e la risoluzione dei conflitti. Praticata tradizionalmente da sacerdoti guaritori, questa pratica è stata “riformulata” dalla figlia dell’ultima kahuna laʻau kahea riconosciuta (sacerdotessa che guarisce con le parole), Mornnah Simeona. Grazie al suo lavoro, Ho’oponopono si è diffuso in tutto il mondo.

Mi dispiace. Ti prego perdonami. Ti amo. Grazie. Sono queste quattro brevi frasi, ripetute più e più volte, a costituire il mantra centrale, trasformante, della pratica. La visione, di base, è che tutto è collegato e che ognuno è responsabile della propria realtà, dei propri vissuti: possiamo esserne consapevoli oppure no ma sono i nostri pensieri (consci o inconsci), le parole, le azioni che mettiamo in campo che determinano, su diversi piani, la nostra realtà.

L’ostacolo principale, nella nostra vita, è la mancanza di amore: rancori, memorie non risolte, conflitti, egoismo, un approccio materialistico, relazioni predatorie o negate, non onorate. Questi aspetti costituiscono un bagaglio pesante (che in parte viene anche ereditato dalla propria genealogia), doloroso, che ostacola la nostra autentica manifestazione, non ci permette di ascoltare il richiamo del nostro Sè. Così in ogni situazione, Ho’oponopono porta guarigione. È un processo che aiuta a lasciare andare le energie tossiche, a riportare una nuova linfa di rispetto, attenzione e amore alle proprie relazioni: non solo quelle più strette ma via via a tutte quelle che incontriamo sulla nostra strada. Questa nuova disposizione – responsabilità personale e volontà costruttiva – porta a nuovi pensieri, nuove parole, nuove azioni. E anche nuovo benessere, su tutti i piani.

Il bello di Ho’oponopono è che non importa, necessariamente, sapere dove, cosa sia successo prima, avere una chiarezza delle ragioni, quali siano i problemi nascosti nell’inconscio o persi nella spirale transgenerazionale: ci si affida alla preghiera. Ci si predispone in un atteggiamento nuovo, di perdono e amore. Ed è così che nasce una delle orazioni più belle di questa pratica per guarire le relazioni:

Divino Creatore, Padre, Madre, Figlio, tutti in uno… Se io, la mia famiglia, i miei parenti o antenati abbiamo offeso la tua famiglia, i tuoi parenti o antenati in pensieri, parole, fatti o azioni dall’inizio della nostra creazione fino ad ora, Io chiedo il tuo perdono… Lascia che questo perdono ripulisca, purifichi, liberi, tutte le memorie, i blocchi, le energie e le vibrazioni negative e tramuti queste energie indesiderate in pura luce… E così è“.

A seguire, si può recitare il mantra, sapendo che quando si dice “Mi dispiace” si fa riferimento al fatto che ci si prende la responsabilità delle azioni e scelte fatte anche se non si è colpevoli se sono dipese dal subconscio e non dalla volontà espressa, cosciente); la frase “Perdonami per piacere” chiede al proprio Sè di perdonarsi, per liberarsi dagli attaccamenti, dai non riconoscimenti e dal senso di colpa. “Ti ringrazio” intende onorare la Vita per le possibilità di vedersi che vengono offerte attraverso gli eventi, gli incontri di ogni giorno e tutto quello che arriva dalla genealogia come memorie. Infine “Ti amo” diventa il nuovo impegno: portare nuova energia d’amore, di accoglienza, onorando e rispettando tutte le persone coinvolte.

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Il rituale di perdono di Ho’oponopono è amore in azione. Perdoniamo noi stessi e gli altri per esserci feriti o non esserci aiutati in un dato momento. “Mettere al posto giusto” è un processo semplice in quattro passi, con l’aiuto del quale si impara a perdonarsi e ad amarsi incondizionatamente, e a migliorare le cose. È come se formattassi l’hard disk del tuo computer: cancelli semplicemente tutti i dati che ti rendono la vita lenta e faticosa“: precisa Ulrich Emil Duprée nel suo libro “Ho’oponopono, la forza del perdono“. (linkaffiliazione)

Sia chiaro: Ho’oponopono non è affatto una bacchetta magica. Le preghiere e i mantra se ripetuti pappagallescamente non portano a nulla. Ma se si lascia che le parole, il significato profondo “entri dentro”, se un po’ alle volta si riesce ad incarnarlo, allora ecco che la “magia” succede: la nostra trasformazione, uno sguardo più amorevole, un modo diverso di sentire e agire nel mondo. Funziona anche per conflitti o difficoltà in un gruppo, in una comunità, in famiglia. E così tutto cambia, anche quando magari – apparentemente – nulla si è modificato alla vista ordinaria altrui.

Anna Maria Cebrelli

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