Non dobbiamo aver paura di rinunciare a relazioni non equilibrate che ci fanno star male e prosciugano tutte le nostre energie: ecco come riconoscerle
Affinché sia sana, una relazione deve essere equilibrata: sia dall’una che dall’altra parte ci devono essere stima, fiducia, rispetto, disponibilità all’ascolto e all’aiuto.
Magari non sempre si tratterà di una relazione 50/50: a volte saremo noi ad aver più bisogno di ascolto e di supporto, altre volte la “bilancia” della relazione penderà verso il nostro interlocutore (partner, amico, fratello, genitore) – ed è giusto che sia così.
Il problema sorge quando ci imbrigliamo in relazioni sociali che non ci valorizzano, non ci accrescono né ci migliorano come individui – semmai il contrario.
Pur di non rimanere da soli, ci “accontentiamo” di circondarci di persone che ci sfruttano, che non ci comprendono appieno (magari perché non si impegnano a farlo), che pretendono continuamente ascolto e attenzioni ma che non sono disposte a ricambiare la nostra disponibilità.
Se ci rendiamo conto che la relazione è a nostro svantaggio, che l’altra persona non vuole il nostro bene ma vuole semplicemente sfruttarci, forse faremmo bene ad allontanarci.
In questa situazione, non dobbiamo lasciarci prendere dai sensi di colpa nei confronti dell’altro, né tantomeno dalla paura di venire poi rifiutati e rimanere soli.
Potrebbe trattarsi del nostro partner, ma anche di nostra madre, nostra sorella o di un nostro amico di lunga data: la profondità della relazione che ci lega alla persona non deve offuscare il fatto che questa ci sta danneggiando, sfruttando la nostra pazienza e i nostri sentimenti.
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Come riconoscere una relazione non equilibrata
Può accadere che, in questo momento della vita, ci sentiamo stanchi, apatici, privi di energie e insensibili agli stimoli, e non riusciamo a capire i motivi di questo stato d’animo.
Potremmo essere incastrati in un lavoro che non ci piace più, avere problemi con l’alimentazione o con il riposo, o ancora essere stressati perché non riusciamo a raggiungere quell’obiettivo tanto desiderato.
Oppure, potremmo essere impegnati in una relazione che ci prosciuga tutte le energie senza quasi che ce ne rendiamo conto, con una persona che abusa della nostra pazienza e della nostra disponibilità.
Proviamo a uscire dalla situazione in cui viviamo e a guardarla dall’esterno, come se non fossimo coinvolti direttamente. Pensando all’altra persona, chiediamoci:
- come si comporta nei nostri confronti?
- ci valorizza e ci apprezza o, al contrario, ci butta a terra psicologicamente?
- riconosce ciò che facciamo per lei o dà tutto per scontato?
- ci fa mai complimenti o, al contrario, tende costantemente a sminuirci?
- ha un atteggiamento approfittante nei nostri confronti?
Ognuno di noi saprà trovare le risposte dentro di sé: con un po’ di tempo e di autoanalisi, saremo in grado di determinare l’effettiva genuinità della relazione che stiamo vivendo – pur continuando a essere emotivamente coinvolti nel rapporto.
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Allontanare chi ci sfrutta per affermare noi stessi
Aver compreso il problema è metà della soluzione. L’altra metà è riuscire ad allontanare la persona che ci sfrutta e ci danneggia senza cedere alle sue pressioni.
A volte, allontanare le persone che ci soffocano e ci prosciugano è l’unico modo che abbiamo per salvare noi stessi e affermare la nostra identità: se non lo facciamo, rischiamo di annullarci per continuare a essere sempre disponibili per l’altro.
Facciamo silenzio attorno a noi, e impariamo ad ascoltare noi stessi e i nostri bisogni. Cosa ci occorre, in questo momento? Cosa vorremmo fare o essere? Cosa desidera il nostro IO più profondo?
Una volta che avremo compreso i nostri più autentici bisogni, li utilizzeremo come bussola per orientarci nel mare dell’esistenza e per individuare la rotta da dare alla nostra imbarcazione.
Facendo questo piccolo esercizio, ci accorgeremo che troppe volte non abbiamo dato ascolto alla nostra essenza, preferendo sostenere i bisogni degli altri, e ci siamo mossi in una direzione completamente opposta a quella che avremmo voluto.
Questo meccanismo ha provocato il sentimento di inappagamento e frustrazione che ci sfianca e ci fa sentire apatici e demotivati, di cui fino a poco fa non sapevamo spiegarci la causa.
Se continueremo a essere burattini nelle mani degli altri, ad agire nell’interesse degli altri e mai nel nostro, non potremo mai essere felici e soddisfatti della nostra vita.
Al contrario, più saremo in grado di ascoltare i nostri bisogni e di soddisfarli, più saremo indipendenti e felici.
Ecco allora che allontanare le persone che ci sfruttano diventa una strategia essenziale per la nostra felicità – anche se questo vuol dire chiudere relazioni che durano da anni o allontanarci dalla nostra stessa famiglia.
Non dobbiamo avere paura di rimanere soli e di isolarci: se impareremo a contare su di noi, non sentiremo più il bisogno di legarci a compagnie che non ci fanno bene pur di non stare da soli.
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