Effetto Zeigarnik: ecco perché il cervello umano tende a ricordare di più le cose incompiute

Il cervello umano tende a ricordare di più i compiti lasciati in sospeso, si tratta del cosiddetto effetto Zeigarnik.

A scoprirlo è stata la psicologa lituana Bluma Zeigarnik, che durante una cena si accorse che il cameriere teneva a mente moltissime ordinazioni in sospeso, per poi dimenticarsene dopo averle servite.

La psicologa decise di analizzare meglio il fenomeno chiedendo a diversi soggetti di completare alcuni esercizi tra cui enigmi, problemi, giochi. Scoprì così che i soggetti esaminati si ricordavano due volte di più gli esercizi non conclusi che quelli portati a termine.

Perché accade? Perché il cervello rimane in uno stato mentale di tensione finché non porta a termine i compiti che si è prefissato.

Lo stesso effetto interviene quando non riusciamo a dimenticare le relazioni passate, terminate a causa della volontà altrui, e che quindi ci risultano in qualche modo irrisolte. Succede anche con le canzoni che canticchiamo a distanza di tempo dopo averle sentite e che non riusciamo a dimenticare.

Il pensiero tende a tornare sempre lì, anche se cerchiamo di distrarci con altro. Non a caso l’effetto Zeigarnik viene spesso sfruttato in ambito televisivo, quando gli episodi delle serie si concludono lasciando incompiuto il finale.

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