Un trucco della nostra mente che ci permette di dare un significato a quelle che in apparenza sono solo coincidenze: ecco l'effetto Baader Meinhof
Vi è mai capitato di scoprire qualcosa o qualcuno di cui ignoravate l’esistenza finora – magari una vecchia canzone, un attore finora mai visto, un capo d’abbigliamento, un particolare alimento o anche solo un colore – e poi iniziare a notarlo dappertutto, quasi fosse una persecuzione?
Vi siete appena appassionati a un attore e – guarda che coincidenza! – proprio stasera la TV trasmette un suo vecchio film, e magari ve lo ritrovate anche come testimonial in uno spot di auto.
Oppure avete appena deciso di comprare una nuova macchina rossa e improvvisamente vi accorgete che la maggior parte dei vostri vicini posseggono già un’auto di questo colore.
Coincidenze? Segni del destino? Nulla di tutto questo: il nostro cervello è semplicemente vittima di un vero e proprio bias cognitivo meglio noto comeillusione di frequenza o, ancora, “Effetto Baader-Meinhof”. Ecco di cosa si tratta.
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Che cos’è l’effetto Baader-Meinhof
Iniziamo subito dicendo che il nome di questo fenomeno psicologico (chiamato anche illusione della frequenza) non deriva dagli scienziati che lo scoprirono, ma da un gruppo terroristico attivo nella Germania Ovest fra gli anni Settanta e Novanta – la banda Baader-Meinhof appunto.
Era il 1994 quando un uomo statunitense di nome Terry Mullen raccontò in una lettera a una testata del Minnesota di aver sentito parlare di questo gruppo terroristico per la prima volta da un amico e di aver letto della banda sui giornali solo qualche giorno dopo, iniziando poi a sentir parlare di loro continuamente e da molte fonti.
Insomma, aveva scoperto l’esistenza della banda Baader-Meinhof grazie a un amico, e da quel momento aveva iniziato a sentirne parlare dappertutto. Non si trattava di coincidenze, ma solo di una nuova consapevolezza.
Venire a conoscenza di un’informazione ci porta naturalmente a ricercarla – o, meglio, a notarla – nella nostra quotidianità: essa c’è sempre stata, eravamo noi a non notarla.
Insomma, è naturale che se abbiamo scoperto da poco un cantante, saremo più ricettivi e pronti ad ascoltarlo ogni volta che la radio (in palestra, in auto, al supermercato) trasmette una sua canzone – mentre prima essa si sarebbe persa nell’anonimo sottofondo a cui non prestiamo troppa attenzione.
E voi, avete mai sperimentato l’effetto di questa illusione psicologica?
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