Dopamina a basso costo sempre disponibile provoca pericolosi circoli di dipendenza: ecco come uscirne senza essere drastici
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Vi capita mai di iniziare la giornata già stanchi, avvertendo un torpore quasi invalidante a livello sia fisico che mentale, oppure di sentirvi annoiati tutto il giorno e di passare da un’attività a un’altra completamente privi di entusiasmo?
No, non è il cambio di stagione che sta portando questi effetti collaterali. Potreste essere entrati, piuttosto, in un deleterio circolo di dipendenza da dopamina. Vediamo meglio di cosa si tratta e come risolvere il problema in maniera durevole, senza affidarci a mezzi estremi propagandati dai tanti “guru” che spopolano sui social.
Che cos’è la dopamina
La dopamina è un neurotrasmettitore prodotto dal cervello: noto anche come “ormone dell’euforie”, il suo ruolo è strettamente legato ai circuiti del piacere e della ricompensa. In pratica, il suo rilascio nell’organismo sotto forma di scarica di piacere ci fa capire, a livello inconscio, che ciò che abbiamo fatto ha dei benefici.
La dopamina è ciò che ha permesso alla nostra specie di svilupparsi e resistere al passare dei millenni. Il piacere provato dopo un pasto calorico e abbondante ha indirizzato le abitudini alimentari dei nostri antenati; il piacere derivante dal sesso è il motore della riproduzione – e così via.
La dopamina, quindi, di per sé, non è un male – al contrario: se non avessimo la dopamina a guidarci, non avremmo lo stimolo a mangiare, a muoverci, a cercare un partner o delle relazioni sociali con altre persone.
L’eccesso di dopamina nella vita moderna
Il problema, come al solito, sta nell’eccesso. Oggi, infatti, il nostro cervello ha a disposizione talmente tanti stimoli per cui rilasciare dopamina da esserne diventato dipendente – e si tratta di una dopamina “di bassa qualità”, ottenuta con il minimo (o con nessuno) sforzo.
Facciamo qualche esempio. Se abbiamo anche solo un leggero languorino, non abbiamo bisogno di andare a caccia: ci basta aprire il frigorifero o andare al supermercato e disporre facilmente di tutto ciò che ci fa più gola – compresi cibi grassi, pieni di zuccheri o fritti (quelli che rilasciano maggiori dosi di dopamina).
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Se siamo annoiati, automaticamente mettiamo mano al cellulare e abbiamo a disposizione migliaia di contenuti di intrattenimento di qualsiasi tipo – foto, video, canzoni, film – dai social o dalle piattaforme streaming.
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Se sentiamo una pulsione sessuale, possiamo facilmente soddisfarla fruendo degli infiniti contenuti pornografici disponibili in rete: non c’è bisogno di coltivare con fatica una relazione con un’altra persona o di sforzarsi di portare a termine un “vero” rapporto sessuale.
Quando nasce la dipendenza da dopamina
I tre esempi che abbiamo appena fatto (cibo, intrattenimento, sessualità) ci mostrano chiaramente quanto sia diventato semplice per l’essere umano moderno accedere alla dopamina senza fare alcun tipo di fatica, e quanto questa sia diventata ormai il motore che guida le nostre giornate.
Come abbiamo detto, si tratta di una dopamina “a basso costo”, ma poco importa: la facilità di reperimento è tale da permetterci di farne incetta quando e come vogliamo, senza starci a preoccupare troppo di quanto queste scariche di piacere siano brevi e fugaci.
Tutto questo ha delle conseguenze negative sulla nostra salute fisica, ma soprattutto mentale. Le nostre giornate sono scandite dalla ricerca del piacere, di queste piccole scariche di dopamina che, quando non ci sono, ci gettano nello sconforto più nero.
È molto noioso e poco gratificante trascorrere lunghe ore chini sui libri a studiare o impegnati in un’attività lavorativa: molto meglio fare tante pause, scrollando sui social o mangiando snack poco salutari di cui il nostro corpo non aveva alcun bisogno.
Le continue distrazioni ci portano lontano dalla realtà che viviamo – sempre distratti e poco concentrati, sempre annoiati e alla ricerca di quel piacere che la banale routine non riesce a darci.
Ecco allora che le nostre giornate si trasformano in un girone infernale fatto di noia, insoddisfazione, continue distrazioni e cibo spazzatura.
Perché il dopamine detox non è la soluzione
Uscire da questo circolo vizioso è possibile, ma non facile come sembra. Allo stesso modo in cui ci si libera da una dipendenza da alcol o da droghe, sono necessari tanta forza di volontà e molto tempo per tornare a un rapporto sereno con la dopamina – e il rischio di ricaduta è dietro l’angolo.
Su internet e sui social sta spopolando la drastica soluzione del dopamine detox, ovvero la “disintossicazione dalla dopamina”. Si tratta, in pratica, di un periodo in cui si rinuncia a tutte le attività che provocano il rilascio di dopamina, con l’obiettivo di tornare ad avere la mente lucida e focalizzata.
Via quindi cibi golosi, alcolici, pornografia, social network e contenuti di intrattenimento (TV, piattaforme streaming, musica): nel dopamine detox sono concessi solo cibi salutari davvero nutrienti, attività che portano ad un arricchimento fisico (come lo sport) o mentale (come meditazione, lettura, lavori manuali).
Per praticare questa vita “da asceti”, anche se solo per un breve periodo, c’è bisogno di una grandissima forza di volontà, e questo rappresenta il primo motivo per cui il dopamine detox fallisce dopo pochi giorni.
Finita la spinta motivazionale iniziale, subentrano noia e frustrazione che ci spingono a riprendere le brutte abitudini di prima con ancor maggiore intensità – un po’ come accade dopo i primi giorni di dieta ferrea, quando la motivazione cala e si finisce con lo svuotare tutto il frigorifero.
Ma non solo. Come abbiamo detto, un giusto rilascio di dopamina è salutare e funzionale alla nostra sopravvivenza: privarsi totalmente di questo neurotrasmettitore significherebbe scivolare verso la depressione e l’apatia.
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Come riprendere il controllo della propria vita
Anziché dire addio a ogni forma di piacere, dovremmo ristabilire un rapporto sano con la dopamina e sfruttare questo neurotrasmettitore a nostro vantaggio per tornare ad avere una vita piena e appagante.
Fermiamoci un attimo a riflettere e chiediamoci quali sono, nelle nostre giornate, i motori della dopamina a basso costo: facciamo abuso di cibo spazzatura, dolciumi o bevande gassate? siamo costantemente tentati di prendere in mano il cellulare e scrollare sui social? ricorriamo al porno al posto di coltivare relazioni sane nel mondo reale?
Qualunque sia il trigger, l’innesco della nostra scarica di dopamina che genera il meccanismo di dipendenza, proviamo a sostituirlo con un’attività che garantisce un rilascio di dopamina magari inferiore, ma di qualità più alta.
Se il nostro innesco è il desiderio di cibo, anziché andare in rosticceria e rifornirci di cibo grasso e calorico, mettiamoci ai fornelli e prepariamoci un pasto gustoso (non le verdurine scaldate!): il nostro impegno in cucina sarà ricompensato dal piacere che proveremo nell’assaggiare quello che di buono avremo preparato.
Se siamo annoiati e la tentazione di andare su Instagram è forte, proviamo a leggere qualche pagina di un libro: all’inizio sarà dura mantenere la concentrazione su un testo scritto, ma con il tempo apprezzeremo questo genere di passatempo decisamente più formativo.
In alternativa, possiamo fare una passeggiata nella natura o concederci una dura sessione di allenamento: anche queste attività rilasciano dopamina come ricompensa per aver allenato il nostro corpo, e noi avremo fatto del bene alla nostra salute.
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