Le donne che si auto-oggettificano sono meno consapevoli persino del freddo durante le serate fuori, lo studio

Se le donne imparano da piccolissime a percepire la propria esteriorità come “valuta sociale”, arrivano persino a non sentire il freddo durante le serate in bar o discoteche

Essere più attente al proprio look e avere una buona considerazione del proprio aspetto fisico potrebbero spiegare perché molte donne non avvertono il freddo quando escono con abiti scollati o senza calze: un recente studio condotto nel Regno Unito ha intervistato alcune donne abituate a frequentare discoteche e locali notturni, dimostrando che quelle con scarsa autostima avevano una maggiore percezione del freddo.

Qualcuno si sarà chiesto come molte donne sembrano insensibili al freddo quando escono nelle serate invernali: non è raro, soprattutto nei locali, vedere le donne con abiti leggeri e senza giacche, anche in pieno inverno. Certamente è una questione di dress code, poiché gli abiti da sera per le donne sono spesso minimali e leggeri, ma ora i ricercatori ipotizzano l’esistenza di una spiegazione psicologica a questo fenomeno, che potrebbe avere molto a che fare con la percezione di sé.

Storicamente le donne, diversamente dagli uomini, hanno curato molto il proprio aspetto fisico e il proprio look – anche a svantaggio della comodità e della praticità: si pensi per esempio, alla moda del corsetto in epoca vittoriana, che provocava non pochi svenimenti alle fanciulle che non riuscivano a respirare bene. Guardando al passato e al rapporto delle donne con il proprio aspetto fisico, non è difficile immaginare che molte di loro ignorino inconsciamente segnali fisiologici di disagio per avere un look piacevole.

Si tratta di una diretta conseguenza dell’auto-oggettificazione, Un’espressione usata per la prima volta nel 1785 dal filosofo Immanuel Kant. Di cosa si tratta? Quando una persona viene considerata solo come mezzo di soddisfacimento del piacere sessuale di un altro soggetto, allora si può parlare di oggettificazione. L’Auto-oggettivazione significa considerare se stesso un oggetto, un fenomeno in cui noi, bambine ragazze e donne, vediamo i nostri corpi come oggetti sessuali, vittime di un meccanismo che si innesca automaticamente per via di pressioni sociali diffuse, interiorizzate e normalizzate.

I ricercatori hanno condotto uno studio “sul campo”, per verificare se le donne con una bassa stima di sé in relazione al proprio aspetto fisico avessero maggiori possibilità di percepire il freddo durante una serata fuori con le amiche – indipendentemente dal modo in cui fossero vestite. È stato intervistato un campione di 224 donne, scelte in modo causale fuori a locali notturni e bar; le interviste sono state condotte in diverse notti di febbraio, con una temperatura percepita di circa 7°C. Alle donne è stato chiesto quanto si piacessero dal punto di vista fisico e quanto freddo sentissero in quel momento. Oltre a questo, i ricercatori hanno preso nota degli abiti indossati dalle intervistate e hanno fatto una stima della quantità di pelle nuda ed esposta al freddo.

I risultati hanno dimostrato che le donne che meno apprezzavano il loro aspetto fisico erano anche quelle che sentivano più freddo; al contrario, le donne con una media o alta stima del proprio aspetto non avvertivano la sensazione di freddo, malgrado l’abbigliamento non fosse consono alla serata – quasi ci fosse uno scollamento fra l’esperienza del freddo e le sensazioni percepite.

Lo studio ha dimostrato che l’attenzione al proprio aspetto fisico riduce la consapevolezza del proprio corpo e le sensazioni provate (ad esempio il freddo), secondo gli autori dello studio: in pratica, più una donna dedica attenzione alla propria apparenza e a ciò che indossa, più perde il contatto con le proprie esperienze e sensazioni fisiche. Al contrario, le donne che dedicano poca attenzione a ciò che indossano e a come appaiono mantengono una relazione concreta con le proprie sensazioni: mendo vestiti indossano, più avvertono freddo.

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Fonte: The British Psychological Society

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