Conoscere le nostre emozioni e imparare a gestirle è il primo passo per una vita serena e consapevole: ecco qualche domanda per iniziare
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Le nostre giornate sono un susseguirsi frenetico di impegni da portare a termine, scadenze da rispettare, faccende da svolgere. In questa “trottola” che non si ferma mai, il tempo per fermarsi a riflettere, per capire cosa sta accadendo dentro di noi e come possiamo migliorare il nostro benessere, è davvero pochissimo.
Quando è stata l’ultima volta che ci siamo concessi il lusso di ascoltare i nostri pensieri, di scavare a fondo nella nostra emotività, di chiederci cosa sta accadendo nella nostra vita e come stiamo reagendo agli eventi?
Conoscere il proprio mondo interiore, la propria emotività, è il primo passo per una vita più serena: solo se conosciamo le nostre emozioni (e cosa le scatena), possiamo imparare a gestirle e non diventare vittime di queste, riuscendo a mantenere così la nostra razionalità.
Se viviamo in balia delle emozioni, infatti, non riusciremo ad analizzare problemi e situazioni in maniera lucida e razionale, e finiremo per prendere decisioni avventate e d’impulso, delle quali poi ci pentiremo.
Ecco allora qualche spunto di riflessione per iniziare a interrogarci sul nostro universo emotivo. Si tratta di domande molto semplici, ma alle quali dobbiamo dedicare tempo e attenzione se vogliamo trovarvi una risposta soddisfacente.
Non ci resta che trovare un luogo tranquillo, un momento nel quale sappiamo che non saremo disturbati, e magari un foglio di carta con una penna per annotare le nostre risposte.
Ripetendo questo “questionario” più volte nel corso dei giorni e delle settimane, inizieremo a notare dei cambiamenti nelle risposte, che diventeranno sempre più centrate e consapevoli: è il segnale che stiamo riprendendo il controllo delle nostre emozioni.
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Come reagisco alle situazioni stressanti o difficili?
La gestione dello stress, il modo in cui noi ci comportiamo quando siamo sotto pressione, dice molto sul nostro mondo emotivo. Se andiamo subito su tutte le furie, se ci alteriamo anche per una sciocchezza, è evidente che siamo vittime della nostra emotività e che non siamo in grado di controllare le nostre reazioni emotive.
Ecco dunque i primi punti sui quali interrogarci:
- come mi comporto in una situazione stressante?
- come reagisco davanti a un problema o una difficoltà?
- ma soprattutto, perché reagisco in questo modo?
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Quali sono i “trigger” che scatenano emozioni intense in me?
Come un ordigno per esplodere ha bisogno di una miccia, anche le nostre emozioni hanno bisogno di un innesco per manifestarsi in tutta la loro potenza.
Per esempio, rimanere imbottigliati nel traffico dopo il lavoro può scatenare la nostra frustrazione. Oppure il pensiero di una persona cara che ci ha lasciati da poco può portarci alla tristezza. O ancora, un rimprovero del capo ci può far sentire mortificati. Oppure, il nostro vicino di casa che fa chiasso sopra la nostra testa può provocarci rabbia.
Insomma, ogni evento che ci capita o ogni ricordo che riaffiora alla nostra memoria può provocare una risposta emotiva da parte nostra, positiva o negativa.
Ogni volta che ci sentiamo travolgere da un’emozione forte – rabbia, paura, angoscia, gioia, tristezza – chiediamoci cosa l’ha provocata, quale sia stato l’evento che ci ha portato a sentirci così.
Se si tratta di emozioni positive, potremmo sfruttare l’informazione per riprodurre quell’evento o quella situazione che ci ha fatto stare bene. Nel caso delle emozioni negative, invece, potremmo iniziare a evitare, se possibile, eventi o situazioni che ci provocano disagio o malessere.
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Quali attività o situazioni mi aiutano a rilassarmi o a ritrovare l’equilibrio emotivo?
Per non vivere in preda alle emozioni, oltre che a imparare a controllarle, abbiamo anche bisogno di momenti di “decompressione” in cui allontanarci da esse per ritrovare un nostro equilibrio interiore.
In altre parole, abbiamo bisogno di luoghi o attività che ci riportino alla calma, che ci permettano di cancellare le emozioni che si affastellano nel nostro animo. Trovare queste attività non è impresa facile, e richiede tempo.
Potremmo trovare giovamento dal praticare attività fisica (basta anche solo una passeggiata nella natura) come modo per lasciar andare tutte le tensioni accumulate.
In alternativa, potremmo provare a praticare attività manuali che richiedono un impegno concreto – come l’uncinetto, il disegno, il bricolage, la pittura. La soluzione più efficace per liberarsi di pensieri e tensioni, tuttavia, resta la meditazione.
Cosa mi fa paura?
La paura è un grandissimo ostacolo alla nostra espressione come individui e alla manifestazione delle nostre potenzialità: ci blocca dove siamo, impedendoci di affrontare nuove sfide e di superare i nostri limiti in un naturale processo di automiglioramento.
Analizzare la nostra paura, capire cosa la provoca, è fondamentale in un percorso di crescita personale. Ogni volta che abbiamo la possibilità, chiediamoci:
- quali sono le mie più grandi paure?
- cosa mi spaventa?
- cosa mi limita?
- perché non riesco a lanciarmi in questa impresa?
Ponendoci queste domande e rispondendo ad esse in modo sincero e consapevole, potremmo scoprire di avere paure nascoste che mai avremmo immaginato, e che rappresentano dei freni alla nostra evoluzione come individui.
Solo prendendo consapevolezza delle nostre paure riusciremo davvero a superarle e a iniziare un benefico processo di automiglioramento.
Quali sono le cose che apprezzo della mia vita?
Se la paura ci limita, la gratitudine può invece rappresentare la “chiave di volta” del nostro sviluppo personale. Essere grati alla vita, a ciò che possediamo, alle piccole conquiste di ogni giorno, ci permette di sviluppare emozioni positive che aumenteranno il nostro senso di benessere.
Prendiamoci ogni sera un momento per rivivere mentalmente la nostra giornata e troviamo uno o più motivi per esprimere la nostra gratitudine.
Anche questo esercizio, in apparenza banale, nasconde in realtà una grande difficoltà: siamo così abituati a dare tutto per scontato che non ci accorgiamo di quanto la nostra vita sia già ricca così com’è, nonostante i limiti e i difetti che imputiamo a essa.
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