Capita a tutti di stare per dire una cosa e di dimenticarsene un attimo prima di aprire la bocca. Ma perché accade questo al nostro cervello? Si tratta di un fenomeno preoccupante o possiamo stare tranquilli?
Siamo nel bel mezzo di una conversazione fra amici, interrompiamo gli altri per raccontare qualcosa ma, proprio nel momento in cui apriamo la bocca, ci rendiamo conto di aver dimenticato cosa volevamo dire. Spesso capita di dimenticare ciò che stavamo per dire poiché veniamo interrotti improvvisamente – una notizia al telegiornale ha attirato la nostra attenzione, il telefono ha iniziato a squillare, nostro figlio ci ha chiamato per mostrarci il suo disegno – ma, anche in assenza apparente di un nuovo stimolo, può accadere di perdere il filo del proprio discorso e di rimanere…senza parole.
Ma perché accade questo? E, soprattutto, dobbiamo preoccuparci? Uno studio condotto qualche anno fa dai ricercatori dell’Università della California San Diego ha provato a risolvere l’enigma e a distinguere i sintomi di patologie degenerative più gravi (come Alzheimer o demenza) da lievi defaiances che possono accadere – specie se siamo molto stressati o stanchi. Secondo lo studio, uno stimolo improvviso (come lo squillo del telefono) attira l’attenzione della nostra mente e interrompe il flusso dei pensieri – facendoci dimenticare quello che stavamo dicendo o che avevamo intenzione di dire.
Quando ci distraiamo, il nostro cervello attiva un gruppo di neuroni detto nucleo subtalamico (STN), che servono ad interrompere l’azione che stavamo svolgendo. Si tratta di un meccanismo di riflesso innato che si rivela molto utile in tante situazioni della quotidianità – come per esempio quando stiamo per uscire da un ascensore e all’improvviso vediamo che c’è un’altra persona in piedi proprio dall’altra parte delle porte, oppure quando ci blocchiamo durante l’attraversamento della strada se vediamo una bicicletta sbucare dall’angolo. In pratica, di fronte ad una situazione improvvisa o di pericolo, siamo in grado di bloccarci senza starci troppo a pensare.
Lo studio ha analizzato il funzionamento dell’STN in alcuni soggetti sani, attraverso l’applicazione di elettrodi: ai volontari è stato chiesto di tenere a mente una serie di lettere e poi di parole. Durante l’esercizio, i partecipanti sono stati distratti da un suono improvviso che, a livello nervoso, ha attivato l’STN – inficiando di fatto il successo nell’esercizio di memorizzazione.
Quindi, l’evento inaspettato ci bloccherebbe in quello che stiamo facendo, e sembra essere responsabile anche dell’interruzione dei nostri pensieri e della loro conversione in parole. Secondo i ricercatori, la perdita del filo dei pensieri in conseguenza di un evento inaspettato è una conseguenza dell’evoluzione del nostro cervello – un modo per “pulire la mente” e concentrarci al cento per cento sullo stimolo nuovo.
C’è da dire anche, tuttavia, che la nostra memoria è strettamente dipendente dal contesto in cui ci troviamo: in pratica, è molto più facile ricordare informazioni o rievocare esperienze nel luogo e nella situazione in cui queste sono state apprese o vissute. Per tornare a ciò che stavamo dicendo prima di essere interrotti, possiamo rimetterci nella posizione in cui eravamo prima dell’interruzione o cercare di ricordare cosa stavamo facendo o quale fosse l’argomento di discussione. Ripercorrere a ritroso la strada che ci aveva portato al pensiero che non abbiamo più espresso può portarci a ricordarlo.
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Fonti: University of California / BMC Psychology
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