Sempre più persone affrontano il viaggio come una "competizione", in cui vince chi accumula più esperienze e souvenir: sono i cosiddetti viaggiatori compulsivi. Ecco le caratteristiche che li accomunano
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Andare in ferie significa, per molte persone, viaggiare: conoscere nuove culture, esplorare luoghi lontani, incontrare nuove persone, assaggiare piatti diversi e lasciarsi affascinare da un contesto distante dal proprio.
Per alcuni, però, viaggiare ha perso il significato di esperienza rilassante, divertente e arricchente, ed è diventato solo una corsa contro il tempo, una gara a chi vede e fa più cose nel minor tempo possibile.
Per queste persone, l’esperienza del viaggio inizia già nel momento della pianificazione: creare un itinerario, scegliere abiti adatti, selezionare guide turistiche, immaginare ristoranti in cui andare a mangiare – tutte attività che finiscono per generare ansia e stress.
Quando si raggiunge la destinazione, poi, l’attività frenetica non diminuisce – semmai aumenta: ogni momento è buono per visitare un museo o un monumento, è una corsa continua verso la prossima attrazione, si riposa poco, si cammina troppo.
Per questi viaggiatori, essere sempre in movimento è essenziale: non sono ammesse defezioni da parte dei compagni di viaggio, né problemi di salute, né stanchezza o bisogno di riposarsi.
Quando gli si chiede quali siano i loro piani per le vacanze, questi viaggiatori snocciolano entusiasti una lista fittissima di luoghi da visitare e esperienze da fare – esperienze che saranno documentate in modo puntuale sui social attraverso foto e video.
Insomma, per i viaggiatori compulsivi, il vero scopo del viaggiare non è divertirsi né rilassarsi – e neppure esplorare nuovi posti, come potremmo pensare.
Si tratta, piuttosto, di una “competizione” per accumulare souvenir, foto, video che testimoniano che si è stati in un certo posto, si è visitato quel monumento o quel museo importante.
In altre parole, i viaggiatori compulsivi si spostano mossi da un bisogno di approvazione sociale, esasperato dalla presenza dei social network, su cui sembra esserci una spietata competizione a chi fa più esperienze.
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Le caratteristiche del viaggiatore compulsivo
Ma quali sono le caratteristiche di un viaggiatore compulsivo, e come fare per riconoscerlo? Gli psicologi hanno individuato quattro elementi che contraddistinguono questo approccio così frenetico ai viaggi.
Ossessione per l’avventura
I viaggiatori compulsivi trovano eccitante l’idea di essere sempre in movimento: ogni giorno è un’opportunità per scoprire qualcosa di nuovo, trasformando il viaggio in un’odissea continua.
Ecco perché evitano mete classiche o troppo turistiche, preferendo ad esse destinazioni esotiche o più pericolose.
Pianificazione meticolosa
Come abbiamo detto, la fase preparatoria del viaggio è una parte cruciale dell’esperienza per il viaggiatore compulsivo: creare itinerari dettagliati, scegliere gli abiti giusti e selezionare le guide turistiche sono attività che alimentano l’ansia del viaggio
Ricerca di validazione
I viaggiatori compulsivi cercano il riconoscimento degli altri per le loro avventure, e lo fanno condividendo decine di foto e video sui social durante e dopo il viaggio, per consolidare la loro immagine di persone intrepide e avventurose
Distinzione sociale
Infine, viaggiare è visto come un segno di distinzione rispetto a chi rimane a casa – ecco perché i viaggiatori compulsivi considerano se stessi delle persone interessanti e dinamiche.
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