Come l’amore si riflette in modo diverso nel cervello di uomini e donne

Il cervello degli uomini è diverso da quello delle donne: nelle misure e nel funzionamento. Anche in amore, come racconta il libro di Grazia Attili.

Il cervello degli uomini è diverso da quello delle donne: nelle misure e nel funzionamento. Anche in amore, come racconta il libro di Grazia Attili.

Che cosa sei, che cosa sei, che cosa sei, cosa sei”: cantava Mina. E poi continuava: “Non cambi mai, non cambi mai, non cambi mai, proprio mai”. È così: tra uomini e donne, la storia è sempre quella. Capirsi non è semplice. Una delle ragioni si nasconde proprio nel nostro cervello.

Sì, d’accordo, l’encefalo maschile pesa circa 150 grammi in più di quello femminile, gli uomini hanno più cellule cerebrali e un 4% di neuroni in più (chissà forse servono per compensare il minor numero di collegamenti neurali, rispetto alle donne) ma non sono questi elementi significativi, dato che non ci sono differenze concrete tra i sessi per quanto riguarda l’intelligenza.

Quello che conta è che le diverse strutture cerebrali fanno sì che uomini e donne poi si comportino – nelle relazioni – in un determinato modo piuttosto che un altro non solo per via delle pressioni culturali, non solo sulla base di modelli familiari, ma proprio per una differenza di genere. Iscritta biologicamente, come confermano le nuove tecniche di neuroimaging.

Immaginiamo una conversazione di coppia. Lui va comunque sempre diritto al cuore del problema, preciso, dettagli focalizzati. Lei ha uno stile più fluente ed espressivo, usa un numero di parole maggiore, e mentre parla entra in contatto con la sua sfera emotiva e intuitiva. Inoltre, attenzione!, ricorda molto meglio di lui le parole e le frasi che sono state dette. La differenza dipende dal diverso funzionamento cerebrale. Risultato: lui si infastidisce del fiume di parole e non riesce a starci dietro, lei si arrabbia perché non si sente ascoltata. Postilla: chi ha ragione? Ognuno ha la sua, dal suo punto di vista.

In viaggio, lui sa leggere facilmente una mappa e sa orientarsi su strade non familiari e quindi non ritiene necessario chiedere informazioni, strada facendo. Lei invece si rende subito conto se qualcosa non funziona, che probabilmente l’orientamento è stato perso ed è più rapida nell’affrontare la situazione.

E nel momento dell’intimità? Lei ama essere accarezzata (la sua pelle è dieci volte più sensibile di quella maschile) e pensa molto di più all’amore, come sentimento; per lui sì, va bene, l’amore ci sta ma il focus è un altro: il suo cervello è attraversato molte volte al giorno da pensieri chiaramente sessuali (ad una donna succede mediamente solo una volta al giorno; capita di arrivare a tre o quattro volte solo quando si trova in un periodo di grande attrazione per un partner o di eccitazione).

Il cervello maschile e quello femminile inducono i rispettivi proprietari a comportamenti, sollecitano attenzioni, favoriscono l’emergere di bisogni e sentimenti che vanno in direzioni parzialmente diverse. Di genere. La biologia, insomma, conta.

cervello amore

Cosa succede nel dettaglio degli emisferi cerebrali degli umani di specie maschile e di specie femminile, tra una produzione di serotonina e una di ossitocina e altri ormoni ancora, lo spiega – con una divertente ma scientifica dovizia di particolari – Grazia Attili, psicologa evoluzionista, nel suo “Il cervello in amore” (linkaffiliazione)(Edizioni il Mulino). La lettura del libro è ampiamente consigliata per chi vuole approfondire la conoscenza di come l’amore si riflette nel cervello letto dalle neuroscienze (così, tutto di seguito) e per chi desidera comprendere meglio sia le proprie dinamiche comunicative ed espressive che quelle che si possono sviluppare all’interno della coppia.

A proposito: nella quarta di copertina del libro si parla di cioccolata e viene precisato che fornisce lo stesso piacere dell’amore (o quasi). Non so voi ma io, nonostante la bontà sopraffina del frutto del cacao, punterei sul “quasi”…

Anna Maria Cebrelli

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