È scientificamente dimostrato che essere bombardati da buone notizie faccia bene anche alla nostra salute.
Sui social o in tv, essere a più contatto con belle notizie farebbe bene anche alla nostra salute
Good news, ovvero l’arte di dare una notizia bella. Il mondo ci apparirebbe più roseo se ci fosse raccontato qualche bell’avvenimento, in barba alla bruttezza che pare invaderci ogni giorno. Non è così, o meglio, non è tutto così. Le buone notizie ci sono e farebbe anche bene alla nostra salute ascoltarle un po’ di più.
Tutto ci viene sparato a raffica, neanche fossimo alieni senza un briciolo di cuore. Ma il cuore c’è e, a braccetto con la mente, soffre tanto se attorno vede solo catastrofi. È scientificamente dimostrato, infatti, che ricevere piuttosto belle notizie faccia bene a corpo e mente.
Qualcosa che rinfranchi e ci dia una carica di positività, che possono essere tanto le nozze dei principi britannici quanto news come il dimezzamento della fame nel mondo.
Insomma, non permettiamo che l’attenzione costante sui social e in tv prenda in ostaggio la nostra psiche. Cosa servirebbe per risollevarci? Semplicemente qualche bella storia di una umanità amorevole cui ispirarsi e davanti alla quale gioire anche solo per un attimo.
Non è un caso che alcuni studiosi americani sostengano che il nostro sistema nervoso semplicemente non era progettato per gestire una raffica quotidiana di cattive notizie, che contengono il peggio della razza umana, portate da ogni angolo del globo. Questa sorta di “inondazione” è troppo per la maggior parte delle persone.
La tendenza verso cattivi scoop sensazionali in televisione è iniziata negli anni ’90: da allora si è cominciato a pensare che le buone notizie fossero troppo leggere e poco attraenti, senza calcolare che – di contro – via via una sovrabbondanza di storie pessimiste e deprimenti avrebbe potuto creare la percezione di un mondo pieno di crimine e avidità che è sproporzionato rispetto alla realtà. È un po’ come se a un bambino venisse dato solo cibo spazzatura, che diviene pian piano tutto ciò che conosce e che vuole, ma se gli venisse offerta della frutta come snack imparerebbe ad apprezzarla e otterrebbe così il beneficio di un corpo più sano.
Gli studi
Non servirebbe molto: semplicemente un giornalismo più costruttivo, che divulghi notizie positive e dia una visione della realtà lontana da chi vuole renderla negativa. Il perché è presto detto: leggere buone notizie giova alla nostra salute.
In uno studio condotto su circa 3mila adulti sani, una Università di Londra ha scoperto qualche anno fa che coloro che riferivano stati d’animo ottimistici avevano livelli più bassi di cortisolo, l’ormone dello stress che, se alto, porta ad alta pressione sanguigna, a un indebolimento del sistema immunitario e persino a una obesità addominale. Nello studio, le donne che hanno riportato più emozioni positive erano meno soggette a infiammazioni croniche, correlate a malattie cardiache e cancro. Gli autori dell’articolo pubblicato sull’American Journal of Epidemiology nel 2008 concludevano così: “Le persone devono riconoscere le cose che le fanno sentire bene”.
Altri due studi hanno associato l’ottimismo alla salute del cuore: i ricercatori della Harvard University School of Public Health hanno scoperto che una carica di ottimismo riduce le probabilità di sviluppare malattie cardiache e il tasso di declino polmonare con l’età. “La funzione polmonare è diminuita significativamente più velocemente nei pessimisti, anche tenendo conto dei principali fattori di rischio biologici”, si diceva. Così come uno studio olandese su uomini anziani ha scoperto che a coloro che sono stati identificati come “ottimisti” è stato associato un 50% di rischio in meno di morte cardiovascolare durante lo studio durato 15 anni.
In buona sostanza, più volte si è dimostrato che più forti sono le concentrazioni di notizie e media negativi, più aumentano i livelli di stress e di ansia. Tutto questo potrebbe spiegarsi anche in termini di “perdita di fiducia”: cosa siamo noi? A dove siamo arrivati? Quanto brutto c’è in giro? A sembrarci sbalorditive sono le notizie negative, come il furgone che uccide all’impazzata, che scatenano emozioni potenti e contrastanti.
Insomma, rendere “sostenibili” le notizie pure sarebbe un buon metodo naturale contro il crepacuore. Le notizie positive, se passate più spesso, ci potrebbero salvare dall’angoscia, mettere in moto processi cognitivi virtuosi e rassicurarci.
Vedere, leggere e condividere il bello potrebbe fare partire la macchina del bello e chissà che l’ottimismo che ne derivi non sia la strada da preferire verso un mondo migliore!
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Germana Carillo