Uno studio svedese ha provato a indagare il gradimento delle lingue parlate nelle diverse regioni del mondo - e le sorprese non sono mancate
L’italiano è sexy, il tedesco è duro, il francese è raffinato, l’inglese è educato: questi giudizi fonestetici si basano solo sul suono di una determinata lingua o sono forse influenzati da fattori esterni come la familiarità e gli stereotipi culturali?
A questo interessante interrogativo hanno provato a rispondere i ricercatori dell’Accademia Russa delle Scienze e dell’Università di Lund (Svezia), con un massiccio confronto che ha coinvolto centinaia di lingue (e di parlanti nativi) in tutto il mondo.
Lo studio
I ricercatori hanno raccolto un campione di più di 2.000 registrazioni di 228 lingue provenienti da 43 famiglie linguistiche: un campione di ogni lingua è stato pronunciato da diversi parlanti, in modo da escludere la bellezza della voce come fattore meritevole di un giudizio positivo.
I campioni raccolti sono stati poi fatti ascoltare a un gruppo di volontari appartenenti a tre gruppi linguistici diversi – inglese, cinese e semitico: a loro è stato chiesto un giudizio “estetico” sui diversi ascolti.
La cosa che ha sorpreso i ricercatori è che i giudizi espressi dai partecipanti allo studio hanno smentito il pregiudizio secondo cui alcune lingue sono considerate “universalmente attraenti”: al contrario, sembrerebbe che la bellezza di una lingua dipende solo dalla sensibilità di chi l’ascolta.
Infatti, i giudizi raccolti nei tre diversi gruppi linguistici hanno mostrato scarsa comunione fra loro. Per esempio, i cinesi hanno scelto come lingue più belle il mandarino, l’inglese e il giapponese, mentre i parlanti delle lingue semitiche hanno mostrato di preferire lo spagnolo, l’inglese, l’italiano e l’arabo.
Tuttavia, ci sono state delle eccezioni degne di nota. La maggior parte degli “ascoltatori”, indipendentemente dalla cultura di origine e dalla lingua madre, ha dato un punteggio insolitamente basso al ceceno.
Al contrario, un gradimento sorprendentemente alto è stato incassato dal Tok Pisin, una lingua creola basata sull’inglese parlata in tutta la Papua Nuova Guinea.
Ciò che ha influito su questi risultati, ovviamente, è la predilezione che ognuno di noi ha per determinati tipi di voce – con le voci femminili sussurrate che hanno ottenuto ottimi punteggi rispetto a quelle maschili baritonali, indipendentemente dalle lingue parlate.
Insomma, più che la lingua in sé, a colpire l’orecchio sono altri fattori – come l’intonazione, il sesso del parlante, il volume della voce.
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Fonte: PNAS
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