Se vuoi davvero capire come si sente qualcuno semplicemente ascoltalo. Sarebbe questo il segreto per leggere le emozioni di chi ci sta intorno secondo una nuova ricerca che smentisce quello che prima si riteneva ovvero che i sentimenti degli altri si possano leggere meglio dalle espressioni del viso.
Se vuoi davvero capire come si sente qualcuno semplicemente ascoltalo. Sarebbe questo il segreto per leggere le emozioni di chi ci sta intorno secondo una nuova ricerca che smentisce quello che prima si riteneva ovvero che i sentimenti degli altri si possano capire meglio dalle espressioni del viso.
Le connessioni internet veloci e le chiamate video a basso costo hanno reso per tutti noi più facile comunicare anche quando si è lontani, un vantaggio non indifferente per chi lavora che può così contattare colleghi o clienti parlandogli “faccia a faccia” piuttosto che solo al telefono. Un vantaggio per la comunicazione? non proprio…
Un nuovo studio condotto presso la Yale School of Management (SOM) ha scoperto che in realtà è più facile per le persone comprendere le emozioni del proprio interlocutore ascoltando la sua voce piuttosto che guardandolo in faccia per coglierne l’espressività.
Le conversazioni audio offrono, secondo la ricerca, chiari vantaggi di comunicazione: gli ascoltatori tendono ad essere più precisi nel valutare le emozioni di chi sta parlando. I risultati, pubblicati su American Psychologist, sono tra i primi a suggerire che il nostro tono di voce (e non come si potrebbe pensare le espressioni facciali) è il mezzo principale attraverso il quale riveliamo le emozioni.
Il linguaggio del corpo e le espressioni facciali sono state ampiamente studiate rispetto alle emozioni che comunicano nelle conversazioni. Ma è proprio per questo che possono essere più ingannevoli, come spiega l’autore dello studio Michael Kraus, uno psicologo della Yale School of Management.
“Oggi ci sono molte discussioni su come guardare con più sicurezza o come nascondere certi stati emotivi meno desiderabili utilizzando la comunicazione non verbale. C’è la possibilità che la gente possa ingannare chi li ascolta attraverso la comunicazione non verbale. Ingannare la gente con le espressioni vocali è invece improbabile perché il controllo della voce è molto più difficile”.
Per arrivare a questo risultato Kraus e i suoi colleghi hanno presentato ai partecipanti allo studio dei brevi video relativi ad un gruppo di amici che parlano tra di loro. I partecipanti sono stati divisi in 3 gruppi: uno ha guardato e ascoltato il video, un secondo ha solo ascoltato la conversazione e il terzo ha solo visto il video senza audio.
Alla fine dell’esperimento è stato chiesto ai partecipanti di elencare le emozioni che secondo loro gli amici stavano provando valutando possibilità come divertimento, imbarazzo, felicità su una scala da 0 a 8. Le persone che hanno solo ascoltato l’interazione tra gli amici senza vedere il video sono state quelle che hanno fornito stime più accurate delle emozioni che stavano sperimentando.
In un successivo esperimento i ricercatori hanno reclutato alcuni studenti universitari che sono stati invitati in laboratorio e lasciati a chiacchierare sulle loro preferenze di film, spettacoli televisivi, cibi, bevande, ecc. Gli studenti hanno avuto anche conversazioni a tema in una stanza buia. Infine sono stati invitati a valutare le proprie emozioni e quelle degli altri ragazzi durante gli scambi. I ricercatori hanno scoperto che i partecipanti che non si vedevano l’uno nell’altro nella stanza oscurata riuscivano a leggere meglio le emozioni del partner che gli era stato assegnato.
Si è fatta anche la controprova, ovvero quella di far valutare le emozioni ascoltando una voce digitale. Questo per scongiurare la possibilità che le emozioni trapelassero dalle parole utilizzate piuttosto che dal tono di voce. Ma la voce artificiale si è mostrata il modo peggiore per trasmettere e dunque capire le emozioni degli altri.
“La nostra ricerca indica la voce come il canale più valido per la percezione emotiva” ha concluso il professor Kraus.
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I risultati sottolineano l’importanza dell’ascolto, un’abilità che diventerà sempre più importante anche sui luoghi di lavoro. Per i manager, ad esempio, ascoltare in maniera efficace può aiutare a capire quando un dipendente è sotto stress o insoddisfatto o ancora anticipare le esigenze di un partner prima che lui le esprima.
Naturalmente anche nella nostra vita privata saper ascoltare è una “tecnica” di fondamentale importanza per le nostre relazioni. Non ci resta che affinarla!
Francesca Biagioli
Illustrazione: Kristen Adam