Lasciare andare, alleggerirsi: la decrescita felice applicata alla nostra vita, per apprezzare di più quello che si ha, rispettando la Terra.
C’è un mondo che corre dietro la crescita e un’altra parte, sempre più importante, che ha scoperto la decrescita. Chiariamoci subito: non si tratta affatto di tornare progressivamente all’età della pietra ma di una nuova idea di economia, priva di orpelli e di abbondanza inutile e ridondante fatta solo per onorare il consumismo e ingrassare i conti delle multinazionali e non solo.
È una visione che, tra le altre cose, ritorna al valore delle cose: non certo quello monetario però. Piuttosto a quello vero; alla relazione che c’è e che serve, con gli oggetti, con la realtà. È una dimensione più autentica e rispettosa che può partire dalle scelte della propria vita quotidiana. “Viviamo in un mondo oggettivamente pesante – spiega Rossella Panigatti, autrice del libro L’arte di lasciare andare, (linkaffiliazione) edito da Tea -: per ciò che ci accade direttamente, per la pressione a cui siamo sottoposti e in generale per tutto quello che succede, nel mondo reale come nel mondo virtuale, intorno a noi”. “Alleggerire” è il motto, l’obiettivo, l’orientamento, la visione che possiamo portare nella nostra vita. Meno calorie, meno oggetti, meno scarpe, meno… quello che volete voi. Si può cominciare da quello che risulta più facile, naturalmente (agevolando un’attitudine, un’abitudine che probabilmente ancora non è nostra e, sicuramente, viene e verrà quotidianamente messa in discussione, ridicolizzata, sminuita, sottovalutata da molti: in casa, al lavoro, tra gli amici): dal souvenir di poco valore di quel viaggio bellissimo, mai dimenticato; dalle foto delle elementari, dei primi amori; dalla coperta oramai rovinata ma che scalda per affetto.
Dopo, una volta presa la mano, si potrà cominciare a pensare anche ad operazioni un tantino più impegnative: una casa che non corrisponde più alle proprie esigenze un lavoro che non dà soddisfazioni, una relazione che si trascina per abitudine. Cose così. Lasciare andare, buttare, fare spazio: non solo per dare al “nuovo” la possibilità di arrivare ma proprio per avere spazio, posto libero. Aria, respiro e così nuove possibilità di movimento. Il cambiamento.
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Scegliere la leggerezza è come decidere di fare un trasloco, anche solo simbolico. Una volta presa la decisione, bisogna iniziare ad elaborare la perdita: lasciare andare qualcosa che è stato con noi, che ci ricorda la nostra vita, che ci ha accompagnato per un certo periodo, che è stato parte della nostra identità. Inizialmente il terreno potrebbe risultare un po’ traballante o impervio. Il trucco, in questo caso, è tornare al proprio centro: nel cuore. Ascoltarsi oltre le parole, le emozioni e i pensieri che sussurrano la paura e la consuetudine.
Se ci guardiamo intorno, la natura ci insegna che è tempo. L’autunno è la stagione delle foglie a terra: gli alberi le hanno lasciate andare. Il tempo di stare insieme, della collaborazione reciproca è finito. Restano i tronchi, in piedi, essenziali, a mostrare i rami che si slanciano nel cielo. Anche gli animali selvatici si preparano all’essenzialità che dovranno affrontare nei giorni più freddi.
Potrebbe essere questo, anche per noi, un buon tempo per avvicinarci alla leggerezza del lasciare andare. Cominciare da lì, provare. E poi, magari, con i propri tempi e la propria visione (anche della leggerezza) proseguire. Una cosa è comunque certa: una crescita nella decrescita felice è un modo per rispettare se stessi, la Terra e anche per apprezzare di più, e per davvero, quello che si ha. Vale la pena di tentare.
Anna Maria Cebrelli