Siamo abituati a considerare l'empatia come qualcosa di assolutamente positivo, ma è proprio così? A quanto pare no. L'empatia ha molti lati oscuri
Si parla spesso di quanto sia importante l’empatia, ovvero la capacità di mettersi nei panni di un’altra persona e di comprenderla in profondità. Che si tratti di una preziosa qualità è indiscutibile perché, fra le altre cose, favorisce il senso di appartenenza e fiducia tra le persone. Tuttavia non è priva di lati oscuri.
I ricercatori hanno scoperto che, in alcuni casi, l’eccessiva empatia può essere controproducente. Come spiega questo articolo di Mental Health America, le persone più a rischio sono quelle che oltre a essere empatiche, svolgono professioni di aiuto e assistenza, in quanto strettamente a contatto con le emozioni altrui per lunghi periodi di tempo.
Questi soggetti rischiano stati di esaurimento e di apatia, specie se non riescono a stabilire limiti sani. Immedesimarsi nelle esperienze e nelle emozioni negative altrui, a lungo andare può infatti indebolirci e mettere alla prova il nostro benessere.
Ma esiste anche un altro lato oscuro dell’empatia, che appare decisamente paradossale. Perché proprio questa capacità, che dovrebbe favorire la connessione e la fiducia tra persone, in alcuni casi può scatenare l’effetto opposto.
Se da un lato l’empatia favorisce l’identificazione con le altre persone, dall’altro può rendere meno sensibili nei confronti di chi non appartiene alla propria cerchia o gruppo, alimentando l’avversione per chi è diverso.
Lo ha rivelato uno studio secondo il quale l’empatia innescata dalla connessione sociale rende più probabile la disumanizzazione degli individui appartenenti a un gruppo esterno, alimentando sensazioni di avversione.
Ma allora, che fare? Smettere di essere empatici? Assolutamente no, l’empatia rimane pur sempre una qualità positiva che vale la pena coltivare, ma conoscerne i lati oscuri può insegnarci a osservarla da un’altra prospettiva, mettendone in luce aspetti che normalmente non prendiamo in considerazione. Imparare a conoscerli, può aiutarci a evitarli.
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