Buttarsi a terra e sminuire la propria importanza è un'abitudine comune a molte persone: ecco da dove nasce e come contrastare questo atteggiamento
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“Scusa se ti disturbo.” “Ti rubo solo un attimo.” “Si tratta di una cosa inutile, lascia stare.” Non voglio crearti un fastidio.” “Ho solo un piccolo favore da chiederti.”: vi è mai capitato di pronunciare qualcuna di queste frasi?
Si tratta di espressioni in apparenza gentili e cortesi, ma che tradiscono in realtà un atteggiamento che noi abbiamo nei confronti di noi stessi e che è molto dannoso per la nostra autostima: l’auto-svalutazione.
Perché non diamo valore a noi stessi
Sin da quando siamo piccoli ci insegnano a essere umili, a non vantarci dei nostri successi o delle nostre competenze, a non mostrarci saccenti sia con le parole che con i fatti.
Per una serena vita sociale, meglio tenere un basso profilo e non far vedere quanto siamo bravi, poiché questo potrebbe ferire o dare fastidio a qualcuno meno competente di noi.
Non è chiaro, nel momento in cui apprendiamo e facciamo nostri questi atteggiamenti, che essi ci porteranno nel tempo a mostrarci sempre più servili agli occhi degli altri, e autorizzeranno il nostro interlocutore a metterci i piedi in testa approfittando della nostra buona educazione.
Ma, cosa più importante, non capiamo che sono proprio queste frasi e questi atteggiamenti che determinano la poca autostima, la scarsa fiducia in se stessi che molte persone sperimentano nella società odierna.
Il modo in cui parliamo a noi stessi o di noi stessi con gli altri crea l’idea che abbiamo di noi e influenza ogni nostro comportamento: quello che ci diciamo continuamente diventa radicato in noi e si trasforma in una credenza, nel bene e nel male.
Ecco allora che, se ogni giorno non facciamo che ripeterci che siamo degli stupidi e dei buoni a nulla, inizieremo davvero a trattare noi stessi come degli incapaci e non ci sentiremo all’altezza delle sfide che si pongono davanti a noi.
Se diciamo a noi stessi che siamo brutti e grassi, non avremo mai il coraggio di indossare un abito aderente o scollato, o di mostrarci sulla spiaggia in costume da bagno, o di farci avanti con la persona che ci piace e così via.
Sottovalutarsi e sminuire il proprio valore e le proprie qualità è un’abitudine comune a molte persone, e anche le frasi che abbiamo visto a inizio articolo sono un esempio di questo atteggiamento deleterio.
Rivolgersi a qualcuno mostrandosi mortificato, sentendosi in colpa per averlo disturbato, evitando di dare troppo fastidio, limitando al minimo il disturbo dimostra che ci sentiamo inferiori rispetto all’altra persona, la quale non dovrebbe sprecare il suo tempo a risolvere quei problemi che noi siamo troppo stupidi per risolvere da soli.
Gli emblemi dell’auto-svalutazione
Due sono le frasi che maggiormente tradiscono un atteggiamento di auto-svalutazione e che quindi vanno eliminate dal nostro lessico quotidiano, senza sentirsi in colpa per questo.
“Non fa niente”
Utilizzando questa frase (o sue varianti, come “Non importa” oppure “È una sciocchezza”) stiamo autorizzando il nostro interlocutore a non dare ascolto e credito alla nostra domanda, alla nostra proposta, alla nostra richiesta di aiuto.
Significa che quello che abbiamo da dire o da fare è meno importante di quello che riguarda gli altri o che il frutto delle nostre azioni non ha alcun valore: chiedere aiuto per risolvere una “sciocchezza” dimostra che noi siamo i primi a non credere nel nostro stesso lavoro – come possiamo aspettarci che lo facciano gli altri?
Allo stesso modo, definire un nostro regalo come una sciocchezza o una cosa di poco conto significa deprezzare quell’oggetto e privarlo, oltre che del suo valore economico più o meno elevato, anche del valore affettivo che noi abbiamo scelto di dargli.
“Scusami”
Saper chiedere scusa quando si è in errore è una virtù preziosa, ma scusarsi continuamente è un atteggiamento di auto-svalutazione da evitare: chiedere sempre scusa significa che, a livello implicito, siamo consapevoli di dare fastidio all’altro, che non ha tempo da dedicare al nostro problema.
Similmente, anche chiedere scusa se abbiamo interrotto una discussione per dire la nostra, se abbiamo fatto qualche minuto di ritardo o se non abbiamo risposto immediatamente alla telefonata, sono atteggiamenti che tradiscono profonda insicurezza e senso di inferiorità nei riguardi degli altri.
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Come spezzare il ciclo
Non vi stiamo suggerendo di eliminare le buone maniere e le forme di cortesia dalla vostra vita per tiranneggiare sugli altri in modo dispotico: la gentilezza e l’educazione non hanno nulla a che vedere con atteggiamenti auto-svalutanti.
La soluzione sta nel cambiare l’approccio che abbiamo con noi stessi e con gli altri e il nostro modo di porci, affinché riusciamo a conquistarci il nostro spazio senza mostrarci arroganti o aggressivi.
Iniziamo limitando al minimo (o eliminando del tutto) le frasi sminuenti che abbiamo elencato all’inizio dell’articolo. Ogni volta che ci approcciamo a qualcuno scusandoci prima ancora di aver aperto bocca, chiediamo a noi stessi se abbiamo davvero fatto qualcosa di cui doverci scusare in modo così ossequioso.
Ricordiamo, inoltre, che tutto quello che diciamo o facciamo ha un valore, e che nulla merita di essere considerato come una sciocchezza – né un nostro acquisto né tantomeno una nostra riflessione o un’idea che ci è venuta in mente.
Infine, evitiamo di parlare a noi stessi con eccessiva durezza e con disprezzo: non diremmo mai al nostro migliore amico che è uno stupido buono a nulla, perché dovremmo rivolgere queste offese a noi stessi?
Impariamo a fidarci delle nostre capacità e del nostro modo di affrontare le sfide di ogni giorno: in questo modo, un passo alla volta, potremo avere finalmente una relazione sana e serena con noi stessi.
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