Come aggiungere un pizzico di follia nella propria vita per stare meglio con sé stessi e gli altri
Chi ha paura della follia che abita in noi? D’accordo, c’è quella vera, l’inquietudine, la percezione alterata della realtà che – spesso – sono la risposta di sopravvivenza ad un dolore non contenibile: è forse la prima forma di follia a cui pensiamo, ma non è la sola. Abbiamo anche, a nostra disposizione, la dea Follia e il Folle Giullare.
La dea Follia, secondo Erasmo da Rotterdam, è inseguita da tutte le persone che rinunciano a piccole o grandi parti di sé, per seguire il flusso di sogni, comportamenti e abitudini considerati “normali” dalla società; le conseguenze, forse meno evidenti, sono quelle narrate nella poesia di Martha Medeiros dal titolo inequivocabile: “Lentamente muore”. Perché obiettivamente non c’è pazzia più grande che dimenticarsi di se stessi.
E poi, al contrario, c’è il Folle Giullare: lui è l’archetipo che incarniamo ogni volta che riusciamo a guardare con leggerezza i momenti più difficili, che sappiamo rialzarci con un sorriso da una caduta, che abbiamo il coraggio di vedere e fare le cose in modo diverso, che non abbiamo paura di seguire le nostre passioni.
E poiché questa seconda follia, celebrata anche da uno spot di Apple è totalmente sana ed è quella dei geni e dei “sognatori svegli”.
Ecco 4 consigli per non perdere la follia, rinvigorirla oppure… ritrovarla:
-
Spargi in modo volontario e anche programmato piccoli atti gratuiti di gentilezza a casaccio, nei confronti di piante, animali, persone, ambiente per il piacere di farlo (ti sorprenderai di come questo ti farà stare davvero bene). Insomma, dai più spazio ad uno sguardo attento, “amorevole” in senso lato a quanto incontri nella tua vita. Ammettiamolo: di questi tempi, potrebbe apparire davvero come un atto inconsulto; Fromm sostiene invece che la volontà di bene (per sé e per gli altri) è la più alta forma di potenza dell’uomo; consente di esprimere la sua creatività, diventa una fonte di autentica ricchezza e piacere interiore.
-
Riprendi in mano un tuo sogno, un progetto lasciato nel cassetto. Lascia andare la paura e la pigrizia. Con la consapevolezza che aveva anche il Cappellaio Matto di Alice nel Paese delle Meraviglie (“La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità!”), non badare troppo a quello che pensano gli altri. Questa è la tua vita, nutri il tuo progetto.
-
Allenati a trovare il lato positivo e talvolta persino divertente di ogni situazione; esercitati nel guardare le cose da più punti di vista, prova a metterti nelle scarpe altrui: il tuo modo di affrontare e pensare la tua vita non sarà più lo stesso perché “la mente che si apre a una nuova idea non torna mai alla sua dimensione originale”. Parola di Einstein.
-
Fai qualcosa che (ti piace e) nessuno si aspetterebbe da te; come Andy Warhol impara a rilassarti e ad accogliere il flusso di vita che ti viene incontro, lasciati sorprendere dalle variazioni di programma: “Mi piace essere la cosa giusta nel posto sbagliato e la cosa sbagliata nel posto giusto, perché accade sempre qualcosa di interessante”. Rompi qualche consuetudine che ti sta stretta.
Una sana follia, una leggerezza consapevole e una capacità di vivere – con rispetto per tutti – nel qui ed ora introducono nella nostra vita qualcosa di misterioso, giocoso, inspiegabile, inaspettato e sono il segreto della vera “eterna giovinezza” interiore, una delle anime della gioia. Perché è proprio proprio proprio vero che “la ragione sa molte cose ma la follia, quella sana, ne sa una più grande”.
Siete d’accordo?
Anna Maria Cebrelli