I ricercatori del Karolinska Institutet in Svezia hanno sviluppato un minuscolo sensore per rilevare i pesticidi sulla frutta in pochi minuti. Uno strumento che potrebbe diventare utilissimo per capire subito quale frutta acquistare e quale no, in base alla rilevazione dei pesticidi fatta direttamente nel punto vendita
Come è ormai tristemente noto, molta frutta presente nei mercati e supermercati contiene tracce di pesticidi. Ce l’hanno fatto notare più volte indagini come la sporca dozzina o il rapporto del Pesticide Action Network (PAN) Europe.
Se non acquistiamo frutta biologica, che dovrebbe garantirci l’assenza di pesticidi pericolosi, come consumatori non possiamo sapere se e quali residui contengono mele, fragole, ciliegie o altra frutta che acquistiamo. Un’idea innovativa che potrebbe aiutare molto arriva ora dalla Svezia, ma è ancora in fase di studio.
Parliamo di un sensore in grado di individuare in pochi minuti le sostanze chimiche presenti sulla frutta, semplicemente prelevandone un piccolo campione, anche direttamente al supermercato. Ad idearlo è stato un team di ricerca del Karolinska Institutet in Svezia che aveva come obiettivo proprio quello di ideare un dispositivo di facile utilizzo.
Come ha spiegato Georgios Sotiriou, ricercatore principale presso il Dipartimento di microbiologia, biologia dei tumori e delle cellule del Karolinska Institutet e autore dello studio:
Le attuali tecniche per rilevare i pesticidi sui singoli prodotti prima del consumo sono in pratica limitate dal costo elevato e dalla fabbricazione ingombrante dei loro sensori. Per ovviare a questo, abbiamo sviluppato nanosensori economici e riproducibili che potrebbero essere utilizzati per monitorare tracce di pesticidi della frutta, ad esempio, nel negozio.
La tecnica utilizzata per far funzionare il sensore, e descritta in un articolo sulla rivista Advanced Science, utilizza una scoperta degli anni ’70 nota come scattering Raman, o SERS, una potente tecnica di rilevamento utilizzata in diversi campi di ricerca, tra cui l’analisi chimica e ambientale, nonché per rilevare biomarcatori di diverse malattie.
Tuttavia, gli elevati costi di produzione e la limitata riproducibilità hanno finora ostacolato un’applicazione diffusa nei controlli per la sicurezza alimentare.
Nel presente studio, i ricercatori hanno creato un nanosensore SERS utilizzando la spruzzatura a fiamma, una tecnica consolidata ed economica che permette di depositare nanoparticelle d’argento su una superficie di vetro. I ricercatori hanno poi messo a punto la distanza tra le singole nanoparticelle d’argento per migliorarne la sensibilità.
Per testare la loro capacità di rilevamento delle sostanze chimiche, hanno applicato un sottile strato di colorante tracciante sopra i sensori e hanno utilizzato uno spettrometro per scoprire le loro impronte molecolari. I sensori hanno rilevato in modo affidabile e uniforme i segnali molecolari e le loro prestazioni sono rimaste le stesse anche quando sono state testate di nuovo dopo 2 mesi e mezzo, il che sottolinea – secondo i ricercatori – il loro potenziale di durata di conservazione e la fattibilità per la produzione su larga scala.
Il test sui pesticidi delle mele
Per testare l’applicazione pratica dei sensori, i ricercatori hanno utilizzato le mele dove il metodo è riuscito ad individuare basse concentrazioni di paration, un insetticida agricolo tossico che è vietato o limitato nella maggior parte dei Paesi.
Una piccola quantità di questa sostanza è stata posta su una parte di mela. I residui sono stati successivamente raccolti con un batuffolo di cotone che è stato immerso in una soluzione per sciogliere le molecole di pesticida. La soluzione è stata fatta cadere sul sensore, che ha confermato la presenza della sostanza chimica.
Come ha dichiarato Haipeng Li, un altro autore dello studio:
I nostri sensori sono in grado di rilevare i residui di pesticidi sulle superfici delle mele in un breve lasso di tempo di cinque minuti senza distruggere il frutto. Sebbene debbano essere convalidati in studi più ampi, offriamo un’applicazione pratica di prova del concetto per i test di sicurezza alimentare su larga scala prima del consumo.
Insomma, questo piccolo strumento – se anche ricerche future confermeranno la sua efficacia – potrebbe diventare particolarmente utile a tutti i consumatori che vogliono sapere, prima di acquistare o consumare frutti, se e quali pesticidi contengono.
La ricerca è stata finanziata dal Consiglio europeo della ricerca (ERC), dal Karolinska Institutet, dalla Fondazione svedese per la ricerca strategica (SSF) e dal Consiglio svedese per la ricerca.
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Fonte: Karolinska Institutet
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