I diserbanti a base di glifosato sono peggio del glifosato stesso. Lasciano residui nel cibo e nell'acqua, così come negli spazi pubblici. Questi prodotti infatti sono ancora più tossici del loro principio attivo. Lo rivelano nuovi test condotti dall'US National Toxicology Program, secondo i quali i diserbanti formulati uccidono le cellule umane
I diserbanti a base di glifosato sono peggiori del glifosato stesso. Lasciano residui nel cibo e nell’acqua, così come negli spazi pubblici. Questi prodotti infatti sono ancora più tossici del loro principio attivo. Lo rivelano nuovi test condotti dall’US National Toxicology Program, secondo i quali i diserbanti formulati uccidono le cellule umane.
I test della NTP sono stati richiesti dall’Environmental Protection Agency (EPA) dopo che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) nel 2015 aveva classificato il glifosato come potenzialmente cancerogeno per l’uomo.
Ma certamente non è l’unico diserbante rischioso per la salute umana. I nuovi test scientifici hanno mostrato che i diserbanti formulati, in uso da oltre 40 anni, hanno tassi più elevati di tossicità per le cellule umane rispetto ai loro stessi principi attivi. Questi diserbanti sono comunemente usati in agricoltura e lasciano residui nel cibo e nell’acqua, ma anche nei parchi e nei campi da gioco per bambini.
I test fanno parte dell’analisi del National National Toxicology Program, mai effettuata prima, sulle formulazioni di erbicidi prodotti con il principio attivo del glifosato, ma includono altre sostanze chimiche. Finora erano stati condotti dei test sul solo glifosato ma gli scienziati non avevano esaminato completamente la tossicità dei prodotti più complessi.
Mike DeVito, direttore del Laboratorio nazionale di tossicologia, ha dichiarato al Guardian che il lavoro dell’agenzia è in corso, ma i primi risultati sono chiari su un punto chiave.
“Le formulazioni sono molto più tossiche e uccidono le cellule. Il glifosato non lo ha fatto”, ha detto DeVito. Addirittura peggiori del glifosato.
Secondo lo studio, le formulazioni a base di glifosato riducevano la vitalità delle cellule umane, distruggendo le membrane cellulari. “La vitalità cellulare era significativamente alterata dalle formulazioni”.
Monsanto ha introdotto il suo marchio Roundup basato sul glifosato nel 1974. Ma è solo ora, dopo più di 40 anni di uso diffuso, che il governo sta studiando la tossicità degli erbicidi a base di glifosato sulle cellule umane.
Secondo DeVito, i risultati della prima fase dei test non significano che le formulazioni causino il cancro o altre malattie. Anche se il lavoro ha rilevato una maggiore tossicità dalle formulazioni e ha mostrato che uccidono le cellule umane, l’NTP sembra contraddire una constatazione della IARC secondo cui il glifosato e le sue formulazioni inducano uno stress ossidativo, che potrebbe portare al cancro. Saranno necessari ulteriori studi per confermarlo o negarlo ma di certo questi risultati non sono rassicuranti.
Ad oggi, oltre 4.000 persone hanno fatto causa alla Monsanto sostenendo di aver sviluppato il cancro usando il glifosato di Roundup, e diversi paesi europei si stanno muovendo per limitare l’uso di questi erbicidi.
Ma c’è un problema che gli scienziati del governo hanno incontrato e riguarda il segreto aziendale sugli ingredienti miscelati col glifosato nei prodotti. I documenti ottenuti attraverso le richieste del Freedom of Information Act mostrano l’incertezza dell’EPA rispetto alle formulazioni del Roundup e di come tali formulazioni siano cambiate negli ultimi trent’anni. Questa confusione è continuata anche durante i i test dell’NTP.
“Non sappiamo quale sia la formulazione. Queste sono informazioni commerciali riservate” ha detto DeVito. Gli scienziati dell’NTP hanno prelevato alcuni campioni dagli scaffali dei negozi.
Non è chiaro quanto la stessa Monsanto sia a conoscenza della tossicità delle formulazioni complete che vende. Secondo il Guardian, dalle e-mail interne dell’azienda risalenti a 16 anni emerse in un caso giudiziario lo scorso anno, trapela che la società non sia ignara del contenuto dei suoi prodotti.
Nella email interna del 2003, uno scienziato della Monsanto ha dichiarato:
“Non si può dire che Roundup non sia cancerogeno … non abbiamo fatto i test necessari sulla formulazione per fare questa affermazione”.
Un’altra email interna del 2010 riportava: “Per quanto riguarda la cancerogenicità delle nostre formulazioni, non abbiamo test diretti”.
Un’altra del 2002 affermava: “Il glifosato è OK ma il prodotto formulato è dannoso”.
Monsanto non risponde alle richiesta di commento ma in un rapporto di 43 pagine, la società afferma che la sicurezza dei suoi erbicidi è supportata da
“uno dei più vasti database mondiali sulla salute umana e sull’ambiente mai compilato per un prodotto antiparassitario”.
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Francesca Mancuso