L'Efsa ha completato la valutazione esaustiva sulla sicurezza degli zuccheri nell’alimentazione, ricordando i possibili effetti sulla salute. Un punto di partenza importante per aggiornare le future raccomandazioni ai consumatori dell'Ue
Ormai da anni il mondo scientifico si interroga sugli effetti che gli zuccheri hanno sulla nostra salute. Nelle ultime settimane, gli esperti dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) hanno completato la valutazione sulla sicurezza degli zuccheri, arrivando ad una conclusione che forse, per noi consumatori attenti, è già scontata: bisognerebbe limitarne al minimo l’assunzione.
Un argomento spinoso di cui abbiamo parlato più volte e sul quale è difficile arrivare ad una conclusione univoca, almeno in quanto alla “dose” di zucchero giornaliero da non superare, se si vogliono evitare inconvenienti di salute. Leggi anche: Quanto zucchero possiamo assumere al giorno per non causare problemi di salute? Neanche gli scienziati riescono a mettersi d’accordo
Ora l’Efsa, in questa valutazione che potrebbe diventare la base per aggiornare le raccomandazioni sullo zucchero delle autorità sanitarie dei vari paesi Ue, mostra di non avere più dubbi.
Come ha fatto sapere Dominique Turck, presidente del gruppo di esperti EFSA in materia di nutrizione umana, a capo della nuova valutazione sugli zuccheri:
Siamo arrivati alla conclusione che, in una dieta nutrizionalmente corretta, l’assunzione di zuccheri aggiunti e zuccheri liberi dovrebbe essere la più bassa possibile, il che è già in linea con le raccomandazioni correnti. Pur essendo l’obiettivo originario di questa valutazione, le evidenze scientifiche non ci hanno permesso di stabilire il livello massimo di assunzione tollerabile per gli zuccheri nell’alimentazione umana.
Il problema delle indicazioni sul quantitativo da non superare, però, rimane. Come afferma il professor Turck, infatti, non è possibile stabilire la soglia tollerabile e valida per tutti.
Ma la raccomandazione di limitare al minimo gli zuccheri aggiunti è sicuramente da tenere in considerazione, soprattutto quando siamo tentati di mettere ancora un po’ di zucchero al nostro caffè, bere un succo di frutta o mangiare una fetta di torta in più.
Il discorso è complesso in quanto, come ricorda l’Efsa, la nostra dieta comprende diverse categorie e fonti di zuccheri, che possono essere naturali o aggiunti. In particolare dovremmo preoccuparci degli “zuccheri aggiunti” che sono raffinati ma anche degli “zuccheri liberi” che includono sia quelli naturalmente presenti nel miele, negli sciroppi, nei succhi di frutta e verdura e nei succhi concentrati, sia gli “zuccheri aggiunti”.
Effettivamente poi bisogna considerare anche gli zuccheri totali che si assumono durante la giornata, indipendentemente dalla categoria a cui appartengono.
In questa infografica a cura dall’Efsa è molto chiaro come si classificano gli zuccheri.
Come scrive l’Efsa:
I preziosi contributi ricevuti durante la consultazione pubblica dell’anno scorso sulla bozza di parere hanno aiutato i nostri scienziati a perfezionare e chiarire aspetti importanti dello studio.
Cosa è più chiaro ora in merito ai danni dello zucchero?
Innanzitutto è certo che il consumo di zucchero provoca carie dentale ma:
Le evidenze collegano anche – con vari gradi di certezza – il consumo di bevande zuccherate, succhi e nettari con varie malattie metaboliche croniche tra cui obesità, steatosi epatica non alcolica e diabete di tipo 2.
C’è poi il discorso relativo a quali alimenti andrebbero considerati nel computo degli zuccheri totali che assumiamo nel corso della giornata:
Anche se non abbiamo potuto valutarne gli apporti, anche altri alimenti dovrebbero essere considerati dalle autorità nazionali quando impostano le linee guida nutrizionali sulla base dei vari alimenti. A causa della scarsità di dati non è stato possibile valutare l’impatto di queste altre importanti fonti di apporto di zucchero, cioè dolci, torte e dessert, altre bevande zuccherate come latte zuccherato, frullati e yogurt.
In pratica, gran parte degli alimenti che contribuiscono maggiormente all’assunzione di zuccheri non sono stati considerati. Pensate dunque quanto poteva essere ancora più severo il parere se fosse stato analizzato anche il loro apporto.
Ci sono però ancora diversi dubbi che andranno dissipati con ulteriori ricerche. Come ha dichiarato il professor Turck:
Abbiamo sottolineato come sussistano, però, elementi di incertezza riguardo al rischio di malattie croniche per i soggetti il cui consumo di zuccheri aggiunti e liberi è inferiore al 10% del proprio introito calorico totale. Ciò è dovuto alla scarsità di studi sulle dosi in tale ambito di consumo.
L’indicazione comunque è chiara: limitiamo al minimo gli zuccheri aggiunti e liberi nella nostra dieta, nell’attesa che magari ulteriori studi riescano a stabilire in futuro un livello massimo di assunzione tollerabile per gli zuccheri nell’alimentazione. Come auspica l’esperto dell’Efsa:
La ricerca dovrebbe concentrarsi sia sugli effetti sulla salute degli zuccheri nell’alimentazione sia sull’impatto degli interventi clinici comunitari progettati per ridurre l’assunzione degli stessi. Infine occorrono metodi convalidati per valutare gli apporti, una standardizzazione delle linee guida e definizioni per gli zuccheri alimentari e le loro fonti.
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Fonte: Efsa
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