Sugar tax ufficialmente rinviata al 2022, ma gli effetti collaterali dello zucchero allarmano medici e pediatri

La riduzione del consumo di zucchero e porterebbe a riduzione della prevalenza dell'obesità e a sostanziali risparmi sanitari.

Non riguarderà le merendine, ricordiamolo, ma solo le bibite ed entrerà in vigore l’1 gennaio del 2022 e non più a luglio 2021 come si era detto: la lunga storia della sugar tax, la tassa sulle bevande analcoliche zuccherate, è destinata a non finire mai. Introdotta sulla carta dalla Legge di Bilancio 2020 insieme con la plastic tax, era già stata rinviata una prima volta al 2021.

Nel frattempo, di sugar tax si parla anche in Australia, dove sia i dentisti che i medici hanno lanciato l’allarme sugli effetti collaterali dell’eccesso di zucchero e chiedono a gran voce di introdurla.

La sugar tax in Italia… nel 2022

Il decreto attuativo del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 12 maggio, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e, secondo l’emendamento alla manovra approvato dalla commissione Bilancio della Camera, infatti, l’introduzione della tassa sulle bevande zuccherate slitta di un bel po’ di mesi.

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La nuova imposta di 10 euro per ettolitro per i prodotti finiti, e di 0,25 euro per chilogrammo per i prodotti predisposti per essere utilizzati previa diluizione, verrà applicata a tutte le bevande analcoliche edulcorate, definite dal legislatore come “i prodotti finiti e i prodotti predisposti per essere utilizzati come tali previa diluizione, rientranti nelle voci NC 2009 e 2202 della nomenclatura combinata dell’Unione Europea, condizionati per la vendita, destinati al consumo alimentare umano, ottenuti con l’aggiunta di edulcoranti e aventi un titolo alcolometrico inferiore o uguale a 1,2% in volume […] per edulcorante si intende qualsiasi sostanza, di origine naturale o sintetica, in grado di conferire sapore dolce alle bevande”.

Ma ci vuole ancora del tempo, e mentre in Italia si “gioca” a suon di rinvii,  i medici australiani reclamano una sugar tax per salvare la salute dei cittadini. Con due diversi report.

Gli studi australiani

Quasi un adulto australiano su due e più di due terzi dei bambini australiani consumano troppo zucchero gratuito, dice Kathleen Matthews, presidente dell’Australian Dental Association New South Wales (ADA NSW). Le bevande zuccherate (SSB) sono la più grande fonte di zuccheri aggiunti nella dieta australiana. Bere una lattina di bibita ogni giorno aumenterà significativamente il rischio di carie ed erosione dentale.

Per questo motivo, la ADA NSW aveva già precedentemente chiesto una tassa sulle bevande zuccherate come parte di un programma volto a educare il pubblico a limitare il consumo di tali bevande.

Un aumento dei prezzi potrebbe fornire milioni di dollari di entrate governative e potrebbe aiutare a finanziare una campagna di educazione pubblica che informi su abitudini alimentari e acquisti più salutari, in particolare rivolti ai bambini, si legge nel rapporto.

Dello stesso parere sono i medici australiani della Australian Medical Association (AMA), che una ricerca descrivono come il sovrappeso e l’obesità siano un problema significativo e in crescita proprio in Australia (e in qualunque parte del mondo occidentale, aggiungiamo noi). Uno dei principali responsabili sono proprio le bevande zuccherate, che non forniscono quasi nessun beneficio nutrizionale.

L’obesità è un importante fattore di rischio per una serie di condizioni croniche e prevenibili, tra cui diabete di tipo 2, malattie cardiache, ictus e cancro. Una tassa sugli SSB sarebbe un primo passo importante verso la lotta all’obesità e aumenterebbe le entrate per compiere ulteriori passi, dicono.

Perché è essenziale una sugar tax?

I medici tentano di ricostruire i punti chiave:

  • il sovrappeso e l’obesità sono un problema significativo e in crescita e le bevande zuccherate sono uno dei principali responsabili e non forniscono quasi alcun beneficio nutrizionale
  • gli SSB contengono grandi quantità di zucchero libero, fornendo un elevato numero di calorie liquide: ci sono 8-12 cucchiaini (33-50 grammi) di zucchero in una lattina media da 375 ml di bibite
  • l’AMA stima che gli australiani bevano almeno 2,4 miliardi di litri di bevande zuccherate ogni anno. È sufficiente per riempire 960 piscine olimpioniche. I giovani maschi sono i maggiori consumatori
  • secondo l’AMA, inoltre, se non verrà intrapresa alcuna azione per arginare la crisi dell’obesità, entro il 2025 i contribuenti avranno pagato ulteriori 29,5 miliardi di dollari (in quattro anni) per i costi sanitari diretti dell’obesità
  • una revisione sistematica degli studi sui costi in tutto il mondo ha stimato che le persone che vivono con l’obesità hanno costi medici superiori di circa il 30% rispetto ai loro coetanei di peso sano

In definitiva, i vantaggi di una tassa sulle bevande zuccherate sono tre:

  • introdurrebbe un segnale nei confronti di consumatori circa la non salubrità del prodotto
  • crea un disincentivo sotto forma di prezzi più elevati
  • incentiva i produttori a riformulare e ad abbassare il contenuto di zucchero dei prodotti (un ulteriore vantaggio è che aumenterebbe le entrate del Governo che potrebbero essere spese per ulteriori iniziative per combattere l’obesità)

Tutti punti che si possono benissimo trasporre in una realtà come la nostra, volando idealmente dall’Australia all’Italia. E invece dovremo attendere ancora mezzo anno…

La replica di ASSOBIBE

Ad accogliere in maniera favorevole questi slittamenti è Assobibe, che in una nota esprime i suoi timori a non poter affrontare questa ulteriore tassa in un momento così complesso per il settore, che nel 2020 ha conosciuto una contrazione del volume di vendite del -40% e per il quale non è previsto un ritorno ai volume pre pandemia prima della fine del 2022.

Le rassicurazioni del governo arrivate nelle ultime settimane di voler tutelare le imprese della filiera con investimenti che aiutino la ripartenza e la crescita dell’intero comparto ci avevano rassicurato e illuso di poter guardare al prossimo futuro con ottimismo, ma questa misura sembra decisamente incoerente rispetto ai messaggi di crescita proposti dal governo”, spiega Giangiacomo Pierini. “La nostra preoccupazione è che, in questo momento in cui le aziende hanno bisogno di un aiuto per tornare a crescere, si trovino invece a dover affrontare un aumento della fiscalità pari al 28% per ogni litro prodotto in Italia per la sola sugar tax, al cui si andranno ad aggiungere i costi necessari agli adeguamenti burocratici.

Il presidente Assobibe ha poi posto l’accento sull’impatto che l’introduzione della tassa avrà sulle PMI, che rappresentano una fetta importante del settore, molte delle quali rischiano di passare da un utile a una perdita con un risultato operativo negativo e conseguenze rilevanti sull’occupazione diretta e indiretta e sugli equilibri del comparto/filiera.

Noi crediamo che la tassazione non sia il modo migliore per raggiungere l’obiettivo condivisibile di ridurre l’incidenza di malattie quali obesità, diabete e patologie correlate”, conclude Pierini, “occorre investire su progetti di educazione alimentare nelle scuole, su innovazione e ricerca. Ancor più dopo un calo dello zucchero immesso in consumo in Italia del 27% negli ultimi anni, grazie alle attività sulle ricette dei prodotti. Senza tasse, “senza colpire imprese e lavoro.

Fonti: ADA / AMA

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