Succo d’arancia, una bevanda gustosa e sana, utile anche al nostro cervello. Secondo una nuova ricerca, bere la spremuta può ridurre quasi del 50% il rischio di demenza senile negli anziani.
Succo d’arancia, una bevanda gustosa e sana, utile anche al nostro cervello. Secondo una nuova ricerca, bere la spremuta può ridurre quasi del 50% il rischio di demenza senile negli anziani.
La demenza, che colpisce un certo numero di persone sopra i 65 anni, è una malattia che si caratterizza per un progressivo deterioramento delle proprie funzioni cognitive (pensiero, ragionamento, conoscenza), della personalità e intellettuali.
Una malattia per cui ad oggi non vi è cura e per questo gli scienziati sono ancora alla ricerca di un trattamento utile ad arginare il problema. Quello che è sicuro, però, è che si può agire in prevenzione ed è ormai appurato che una dieta ricca di frutta e verdura può abbassare il rischio di trovarsi alle prese con la demenza.
Adesso un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Neurology, ha rilevato che gli uomini che bevono un bicchiere di succo d’arancia ogni giorno hanno il 47% in meno di probabilità di avere difficoltà a ricordare, seguendo le istruzioni o girando in aree familiari.
La ricerca, condotta dall’Università di Harvard, ha preso a campione quasi 28mila uomini, monitorati e studiati per 20 anni, in particolare esaminando come il loro consumo di frutta e verdura influisse sulle personali capacità cerebrali. I partecipanti allo studio hanno risposto a questionari su ciò che mangiavano ogni quattro anni. I ricercatori hanno poi classificato gli uomini (età media 51 anni all’inizio dello studio) in cinque gruppi basati sul loro consumo di frutta e verdura.
Il gruppo con il consumo più alto mangiava circa sei porzioni di verdura al giorno, rispetto a due porzioni per il gruppo con il consumo più basso.
Per misurare come il consumo di frutta e vegetali influiva sulla salute del cervello, i ricercatori hanno sottoposto dei test ai partecipanti (quando avevano in media 73 anni) relativi alle capacità di pensiero e memoria. Nei test si chiedeva agli uomini di ricordare eventi recenti o articoli nelle liste della spesa.
Complessivamente, il 6,6% degli uomini che avevano mangiato la maggior parte di frutta e verdura avevano una scarsa funzione cognitiva e bassi risultati nei test rispetto al 7,9% degli uomini che ne avevano mangiata meno.
Il consumo di frutta, nel complesso, non sembra influenzare il rischio di problemi cognitivi ma bere succo d’arancia invece sì.
Come sostiene l’autrice principale dello studio, Changzheng Yuan, l’assunzione a lungo termine di verdura, frutta ma soprattutto succo d’arancia “può essere utile” per il mantenimento della funzione cognitiva.
Il nuovo studio fornisce dunque supporto all’importanza di una dieta sana per allontanare la degenerazione del cervello che deriva dall’avanzare dell’età.
Secondo la dottoressa Hannah Gardener, ricercatrice dell’Università di Miami, che non è stata coinvolta nella ricerca, frutta e verdura sono ricche di vitamine e sostanze nutritive, inclusi gli antiossidanti, che possono aiutare a proteggere il cervello.
Gli esperti ricordano però che non bisogna eccedere nel consumo di spremuta d’arancia o succo in quanto è ricco di calorie da zuccheri concentrati di frutta. Si consiglia quindi di non consumarne più di un bicchiere al giorno.
Francesca Biagioli
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