Stando agli standard dell'Unione Europea, il pesce surgelato e confezionato, se conservato correttamente, si può conservare fino a tre anni
Nessun errore di stampa e nemmeno una diminuzione della qualità del prodotto: stando agli standard dell’Unione Europea, il pesce surgelato e confezionato, se conservato correttamente, si può conservare fino a tre anni.
Chi legge con attenzione l’etichetta di una confezione di pesce surgelato, potrebbe meravigliarsi nel leggere che quel prodotto è stato realizzato un anno prima e che può essere conservato ancora per due anni. Eppure non è un errore di stampa. Solitamente, quando i consumatori leggono una scadenza così lunga (che va da due a tre anni), si irritano e non poco. Tuttavia, un lasso di tempo così ampio non deve irritare né creare sospetto – è normale per il pesce surgelato, secondo l’Associazione dei consumatori bavarese.
Possono passare infatti molti mesi, da quando i filetti di pesce surgelati raggiungono finalmente le tavole dei consumatori. Il processo di produzione prevede che il pesce venga surgelato subito, immediatamente dopo la pesca, ancora sulla barca, e che successivamente venga scongelato e sfilettato – prima di essere nuovamente congelato e confezionato per la vendita. Fino a che non si supera la data di scadenza indicata sulla confezione, il produttore si impegna a garantire la qualità ottimale del pesce.
Per il pesce non lavorato le aziende produttrici dovrebbero dichiarare, accanto alla data limite per la consumazione del prodotto, anche quella di primo congelamento – come richiesto dalle direttive dell’Unione Europea. La data di primo congelamento può anche essere omessa nel caso di pesce impanato, arricchito con aromi o lavorato in altro modo (come nel caso di filetti di pesce gratinato o bastoncini).
La direttiva UE che regola la produzione, la distribuzione e la vendita dei prodotti surgelati (n. 89/108/CEE) prevede innanzitutto un’attenta selezione delle materie prime che devono essere fresche, genuine e in ottime condizioni igieniche, affinché il consumatore abbia la certezza riguardo la qualità del surgelato e specifici standard di sicurezza per gli stabilimenti adibiti alla produzione e al confezionamento. Inoltre, affinché il pesce surgelato si conservi tanto a lungo, è necessario che le confezioni siano integre, sigillate e realizzate in materiali idonei a proteggere il contenuto dalla disidratazione, dalle contaminazioni microbiche o da possibili manipolazioni esterne, e che vengano trasportate nei punti vendita al dettaglio in veicoli muniti di appositi dispositivi, atti a garantire il mantenimento di una temperatura pari o inferiore ai -18 °C.
(Leggi anche: Surgelati: comodi ma anche sani e nutrienti?)
Per quanto riguarda l’etichettatura, va indicata la corretta denominazione di vendita (accompagnata dalla dicitura “surgelato”), la quantità netta dell’alimento, il termine minimo di conservazione (TMC), ossia l’indicazione del periodo entro il quale l’alimento surgelato può essere conservato dal consumatore, senza subire perdite in termini di qualità e le linee guida per la corretta conservazione del prodotto dopo l’acquisto – oltre ovviamente alla lista degli ingredienti, in ordine decrescente rispetto alla quantità utilizzata nella preparazione finale.
Per quanto riguarda i prodotti ittici, devono essere chiaramente indicati la specie ittica di appartenenza, il metodo di approvvigionamento (pescato in mare o allevato) e il luogo di origine (la zona di cattura nel caso di prodotto pescato, o il paese di provenienza dei pesci allevati).
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Fonte: Verbraucherzentrale Bayern / Istituto Surgelati
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