Ricercatori cinesi sono riusciti a convertire il carbone in proteine per mangimi animali. Gli scienziati sono convinti che questo metodo, economicamente vantaggioso, potrebbe essere utile in futuro a nutrire il bestiame in modo più efficiente rispetto alle piante naturali
Con la crescita della popolazione mondiale, la richiesta di proteine è diventata una questione centrale nel dibattito sulla sicurezza alimentare e sulla sostenibilità ambientale. Si cercano dunque sempre nuove soluzioni (che siano carne coltivata, farina di insetti o altro) e un team di scienziati cinesi dell’Accademia Cinese delle Scienze (CAS) si è inserito ora in questa questione proponendo una soluzione decisamente originale per produrre proteine per i mangimi animali.
Attualmente, la produzione di proteine animali richiede un’enorme quantità di risorse, tra cui terra coltivabile e acqua, il che porta inevitabilemente allo sovrasfruttamento del suolo e a compromettere la biodiversità. D’altra parte, le proteine vegetali, come quelle provenienti dai legumi, presentano sfide legate alla disponibilità limitata di acqua e terreno adatto per la coltivazione.
La ricerca di alternative sostenibili ha portato all’esplorazione di nuove fonti proteiche tra cui si inserisce la proposta cinese di produrre proteine da combustibili fossili e lieviti. Contestualizzando un po’ il nuovo studio, pubblicato su Biotechnology for Biofuels and Bioproducts, è importante sapere che, attualmente, l’80% delle materie prime proteiche in Cina è importato, e questa dipendenza rappresenta una minaccia imminente per la sicurezza alimentare del Paese.
La risposta di questo studio è appunto l’idea di produrre proteine da fonti inusuali: il carbone e i lieviti. In pratica, i ricercatori sono riusciti a sviluppare un processo che trasforma il carbone in metanolo tramite gassificazione e che affermano essere quasi privo di emissioni. Il metanolo ottenuto è quindi offerto a un ceppo di lievito noto come Pichia pastoris, che con maestria lo fermenta per creare una proteina unicellulare completa di aminoacidi, vitamine, sali inorganici, grassi e carboidrati.
Ciò che emerge è un organismo straordinariamente ricco di proteine, più delle risorse vegetali comuni, che apre la strada ad una potenziale sostituzione parziale di pesce, soia, carne e latte nei mangimi destinati agli animali.
La ricerca sostiene che la produzione di proteine unicellulari (SCP) sia possibile utilizzando lieviti e cellule algali, una soluzione a loro dire vantaggiosa in termini di costi e sostenibilità. I ricercatori, guidati dal professor Xu Win, hanno raggiunto un tasso di conversione pari al 92% del valore teorico.
Secondo fonti locali, i ricercatori hanno già collaborato con un partner produttivo sconosciuto per avviare dimostrazioni su scala industriale che hanno già prodotto “migliaia di tonnellate di questa proteina“.
Ci sembra strano anche solo ipotizzarlo… ma davvero il futuro delle proteine sarà nel carbone?
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Fonte: Biotechnology for Biofuels and Bioproducts
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