Secondo uno studio, il consumo di succo di pomodoro non salato ridurrebbe il rischio di malattie cardiovascolari diminuendo la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo nel sangue.
Secondo uno studio, il consumo di succo di pomodoro non salato ridurrebbe il rischio di malattie cardiovascolari diminuendo la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo nel sangue.
Succo di pomodoro per la salute del cuore
Secondo un recente studio pubblicato su Food Science Nutrition, il consumo di succo di pomodoro non salato sarebbe avrebbe effetti benefici sulla salute del cuore, poiché ridurrebbe la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo “cattivo” (colesterolo LDL).
Il pomodoro contiene numerosi composti bioattivi tra cui il licopene, un carotenoide noto per la spiccata azione antiossidante e non stupisce che abbia un ruolo nella protezione dalle malattie cardiovascolari: gli effetti benefici del consumo di pomodori sono infatti noti da tempo.
Un’ulteriore conferma arriva da questo studio condotto su oltre quattrocento persone residenti in Giappone, donne e uomini, cui è stato chiesto di consumare succo di pomodoro non salato per un anno. I partecipanti sono stati sottoposti a esami prima e dopo lo studio per misurare i marker di rischio cardiovascolare, come la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo LDL. In 94 partecipanti con ipertensione non trattata, questa ha mostrato una riduzione significativa. Anche il colesterolo LDL ha mostrato una diminuzione significativa in 125 partecipanti.
Lo studio presenta dei limiti poiché non si è tenuto conto di altri fattori come la dieta, lo stile di vita e l’assunzione di altri succhi o integratori durante lo studio.
Gli autori ritengono comunque incoraggianti i risultati e poiché il succo di pomodoro è un prodotto economico e disponibile, potrebbe essere introdotto nella dieta dei giapponesi come intervento nutrizionale per prevenire le malattie cardiovascolari nelle persone a rischio.
Ipertensione e malattie cardiovascolari
Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte e disabilità nel mondo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le malattie cardiovascolari sono responsabili di oltre quindici milioni di decessi all’anno. Quando gli eventi cardiovascolari non si rivelano fatali, provocano comunque danni permanenti che compromettono in modo significativo la qualità e l’aspettativa di vita della persona colpita.
Tra i fattori di rischio cardiovascolare rientrano l’ipertensione, cioè l’aumento della pressione del sangue al di sopra di valori di 120/80 mmHg, e livelli elevati di colesterolo LDL nel sangue, il colesterolo “cattivo”.
Pressione alta e colesterolo sono infatti strettamente associati all’aterosclerosi. Nell’aterosclerosi si formano placche a livello delle pareti delle arterie, con conseguente diminuzione della loro elasticità e ostruzione progressiva del vaso sanguigno.
Il colesterolo LDL è direttamente coinvolto nella formazione della placca aterosclerotica poiché in caso di eccesso si deposita sulle pareti dei vasi.
La pressione alta e l’alterosclerosi sono strettamente collegate poiché un restringimento dei vasi sanguigni causa aumento di pressione e, d’altra parte, l’aumento della pressione danneggia le pareti dei vasi predisponendo all’aterosclerosi. Tra i fattori di rischio associati all’ipertensione troviamo, oltre a una predisposizione genetica, il consumo di sale, l’obesità, lo stress, il fumo di sigaretta e il consumo di alcol.
Ti potrebbe interessare anche: