Scopri di più sulle fave, un legume ricco di proprietà benefiche ed ottimo da mangiare. Attenzione al favismo.
Indice
Nel mondo dei legumi le fave sono spesso considerate tra i meno calorici e hanno acquisito un ruolo di rilievo fin dall’antichità come alimento principale dei ceti meno abbienti, grazie al loro basso costo e alla facilità con cui possono essere reperite.
La pianta delle fave è originaria dell’Asia Minore e da secoli viene coltivata ampiamente per l’alimentazione sia umana che animale, come foraggio.
Nella tradizione culinaria italiana le fave sono molto presenti, soprattutto in regioni come Puglia, Sicilia e Sardegna, dove vengono spesso associate a una cucina semplice e povera, ma che richiede una certa abilità nella preparazione.
L’importanza nutrizionale delle fave è notevole, grazie alla ricchezza di proteine vegetali che sono in grado di fornire, soprattutto in forma secca: 100 grammi di fave fresche apportano solo 37 calorie, mentre quelle secche ne contengono ben 342. Entrambe le varianti, tuttavia, sono prive di colesterolo.
Volendo sottolineare le differenze, possiamo dire che la fava fresca è costituita per l’81% da acqua, mentre quella secca solo per il 13,3%. Inoltre, le fave fresche contengono tracce minime di grassi vegetali, a differenza di quelle secche che ne contengono il 3%. Anche il contenuto di fibra varia notevolmente: minima nelle fave fresche e pari a 1,5% in quelle secche.
Oltre al loro valore nutrizionale, le fave sono rinomate per i benefici che apportano alla salute. Ricche di vitamine, specialmente del gruppo B, e di importanti minerali, le fave favoriscono la digestione, aiutano a deacidificare il sangue e possiedono proprietà diuretiche, caratteristiche che le rendono particolarmente utili per chi soffre di calcoli renali, poiché aiutano il rene a funzionare meglio.
Inoltre, le fave tornano utili anche al fegato, coadiuvandolo nelle sue funzioni disintossicanti.
Attenzione al favismo
Nonostante i numerosi benefici, non tutti possono consumare le fave.
Alcune persone soffrono di una condizione genetica chiamata “favismo“, dovuta a un deficit dell’enzima glucosio-6-fosfato deidrogenasi: la carenza di questo enzima può portare a una grave forma di anemia emolitica, caratterizzata da sintomi come ittero (colorazione gialla della pelle), emoglobinuria (presenza di sangue nelle urine), e ingrossamento di fegato e milza (epatomegalia e splenomegalia).
Il favismo è particolarmente diffuso nel Mediterraneo, in regioni come Sardegna, Calabria e Sicilia, e se non trattato può risultare letale.
Come consumare le fave
Le fave possono essere consumate in vari modi, sia cotte che crude, e come già osservato in precedenza sono disponibili sia fresche che secche.
Dopo aver rimosso il tegumento che le avvolge, le fave possono essere essiccate per essere conservate più a lungo rispetto a quelle fresche, mentre le fave secche senza tegumento non richiedono ammollo preventivo e possono essere direttamente immerse in acqua bollente o cucinate al vapore.
Questo metodo di cottura produce una sorta di purè, che si abbina perfettamente con verdure dal sapore amaro, come la cicoria. Al contrario, le fave secche con il tegumento necessitano di alcune ore di ammollo prima di essere cucinate. Le fave fresche possono essere consumate così come sono, oppure accompagnate da pane, salumi e formaggi, in un mix di sapori tradizionali.
L’importanza delle fave nella cucina tradizionale italiana non può essere sottovalutata. In molte regioni, le fave rappresentano un ingrediente fondamentale per piatti tipici che raccontano storie di povertà, ma anche di resilienza e ingegno. Ad esempio, in Puglia è comune il piatto “fave e cicoria”, dove il purè di fave si sposa con la cicoria selvatica, creando un equilibrio tra dolcezza e amarezza. In Sicilia, le fave sono spesso utilizzate in zuppe e minestre, mentre in Sardegna si trovano in ricette come il “macco”, una purea densa di fave aromatizzata con erbe locali.
Le fave sono una vera e propria ricchezza colturale
Dal punto di vista agronomico, le fave sono una coltura molto utile. Sono in grado di arricchire il terreno di azoto, grazie alla loro capacità di fissare questo elemento dall’aria, caratteristica che le rende una scelta ecologica per la rotazione delle colture, aspetto che migliora la fertilità del suolo e riduce la necessità di fertilizzanti chimici.
Le fave sono un alimento versatile, nutriente e salutare, con una storia radicata nelle tradizioni culinarie di molte culture.
Nonostante la loro immagine di “cibo dei poveri”, oggi sono riconosciute per i loro benefici nutrizionali e le loro proprietà salutari ed imparare a cucinare le fave, in tutte le loro forme, non solo può arricchire la nostra dieta, ma anche avvicinarci a pratiche alimentari sostenibili e consapevoli.
Con un po’ di pratica e conoscenza, è possibile trasformare questi semplici legumi in piatti deliziosi e nutrienti, che rendono omaggio alle nostre radici e tradizioni.
Non vuoi perdere le nostre notizie?
- Iscriviti ai nostri canali Whatsapp e Telegram
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite
Leggi anche: