Un'analisi condotta da 21 Paesi europei ha scoperto un'ampia adulterazione dell'origano (1 campione su 2) ma anche di altre spezie ed erbe
La Commissione europea ha pubblicato i risultati del primo piano di controllo coordinato sull’autenticità delle erbe e delle spezie. La situazione non è proprio rincuorante, in particolare per l’origano che sembra non essere “puro” in 1 caso su 2.
L’indagine è stata condotta da 21 Stati membri dell’Ue con il supporto tecnico del Centro comune di ricerca e si è basata su quasi 10mila analisi volte a scoprire l’autenticità di erbe aromatiche e spezie nei paesi Ue.
I campioni analizzati in totale sono stati 1885, non solo di origano ma anche di pepe, cumino, curcuma, zafferano, paprika e peperoncino.
Lo studio ha mostrato che il 17% delle erbe e delle spezie analizzate si sospettava fossero adulterate. La filiera più a rischio è quella dell‘origano dove la metà dei campioni risultava adulterata con foglie di olivo, seguita dal 17% dei campioni per pepe, 14% per il cumino, 11% per la curcuma, 11% per lo zafferano e 6% per paprika/peperoncino.
Le manipolazioni che possono riguardare le spezie sono diverse e possono verificarsi in ogni fase del processo, dalla produzione, alla spedizione, alla lavorazione, ecc., fino a quando il prodotto raggiunge il mercato.
Tra le manipolazioni più comuni, scrive l’Ue, ci sono:
- ingredienti, additivi, coloranti o qualsiasi altro componente non approvato per l’uso in alimenti e/o erbe e spezie
- ingredienti, additivi, coloranti o qualsiasi altro costituente approvato per l’uso negli alimenti ma illegittimamente non dichiarato o indicato in una forma che possa indurre in errore il cliente
- spezie o erbe a cui sono stati omessi o rimossi componenti di valore che inducono in errore il cliente
- una parte diversa della stessa pianta botanica, piuttosto che quella dichiarata in misura tale da trarre in inganno il cliente
- quantità tecnicamente evitabili di parti di piante botaniche diverse da quella dichiarata
La maggior parte dei campioni fraudolenti analizzati nello studio conteneva materiale vegetale non dichiarato mentre nel 2% dei campioni di spezie analizzati sono stati rilevati coloranti non autorizzati.
C’è ancora molto da fare dunque per combattere le frodi alimentari anche nel settore delle spezie ed erbe aromatiche, ma indagini come queste possono essere utili ad indirizzare meglio le attività di controllo nell’Ue.
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Fonti: European Commission
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