In un nuovo report, l'Organizzazione mondiale della Sanità mette croce nera su tutti quegli spot da cui bambini e adolescenti sono bombardati, nostro malgrado, tramite internet e il digitale.
Lontano il cibo spazzatura dai bambini. È il monito lanciato nei giorni scorsi dall’Oms che in un nuovo report mette croce nera su tutti quegli spot da cui bambini e adolescenti sono bombardati, nostro malgrado, tramite internet e il digitale. Se, infatti, la pubblicità del junk food è stata per lo più eliminata dai media tradizionali, adesso è dalle app e nei giochi dei nostri smartphone che sbucano fuori.
Web e nuovi media sotto accusa, quindi, perché le aziende furbette lo hanno capito e ora raggiungono il popolo dei più piccoli direttamente su smartphone o tablet dove spopolano col marketing che propone cibi ricchi di grassi, sale e zuccheri.
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Si tratta di un mero calcolo matematico: in rete la pubblicità ha un prezzo decisamente inferiore ed è pure più efficace, perché può avvalersi dell’interattività, dei messaggi personalizzati e dei trigger sociali. Ma anche di email o di sms promozionali o degli stessi siti aziendali che propongono per i bambini “simpatici” giochi o gadget subito in regalo.
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L’advergaming e altre strategie dei fast food
L’advergaming è una strategia in base alla quale si promuove un brand attraverso videogiochi nei quali i personaggi consumano i cibi da pubblicizzare: attraverso i giochi online si veicolano messaggi sui prodotti.
Il viral marketing è un passaparola che solo apparentemente avviene da consumatore a consumatore, ma che in realtà è guidato dall’alto. Con lo user-generated marketing, invece, il pubblico può interagire con l’azienda, magari indicando le proprie preferenze sulle caratteristiche di un determinato prodotto, mentre poi sono sempre più diffuse le app che nascondono messaggi pubblicitari di prodotti alimentari non proprio salutari. In questi casi, con la geolocalizzazione tramite GPS dei dispositivi mobili i bambini possono essere invitati nei negozi della loro zona per provare per esempio dei prodotti o dove è possibile giocare a Pokemon GO come da McDonald in Giappone.
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“In assenza di una regolamentazione efficace dei media digitali in molti Paesi, i bambini sono sempre più esposti a tecniche persuasive di marketing che i genitori possono sottovalutare o di cui non sono a conoscenza. Spesso, i genitori non vedono gli stessi annunci, né osservano le attività online dei loro figli, molti quindi sottovalutano la portata del problema”, ha affermato Joao Breda, il direttore del programma dell’OMS per l’alimentazione, l’attività fisica e l’obesità.
Circa due terzi dei bambini che sono in sovrappeso prima della pubertà saranno sovrappeso anche in età adulta e, secondo stime OMS, il 25% dei bambini in età scolare in Europa sono già in sovrappeso o obesi. Tutti rischiano di rimanere obesi anche in età adulta e con maggiore probabilità di sviluppare diabete, malattie cardiache e cancro.
“È responsabilità delle istituzioni riconoscere la nuova minaccia e agire di conseguenza”, dicono dall’Oms, ma ricordiamoci che anche noi genitori abbiamo la nostra grossa fetta di responsabilità. Via quei tablet dalle mani dei bambini e, soprattutto, date buon esempio a tavola e nella vita quotidiana.
Germana Carillo