Il nostro olio d'oliva ha benefici sulla salute tutt’altro che trascurabili. Le conferme si susseguono e ultima la ricerca dell'unoversità di Harvard.
Olive oil is better! Lo confermano anche i ricercatori statunitensi: un lavoro pubblicato sul blog della Harvard Medical School mette a confronto l’olio di cocco e quello d’oliva e, manco a dirlo, la battaglia è tutta vinta dal nostro principale condimento, perno della dieta mediterranea.
Nello studio, la ricercatrice Emily Gelsomin ha rivisto alcune recenti ricerche scientifiche ed è partita da un presupposto: negli ultimi anni l’olio di cocco ha avuto parecchi sostenitori che propongono benefici che vanno dalla riduzione del grasso corporeo alla prevenzione delle malattie cardiache. Ma, dice, purtroppo le prove a sostegno di queste affermazioni rimangono piuttosto scarse.
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Ci sono piuttosto molte altre ricerche che suggeriscono che altri oli a base vegetale presentano vantaggi rispetto alle loro controparti di origine animale, in particolare per quanto riguarda la salute del cuore. Quindi qual è la migliore? Sebbene nessun tipo specifico debba essere considerato una panacea, una varietà rimane re incontrastato: l’olio d’oliva.
Da un recente lavoro pubblicato sul Journal of American College of Cardiology emerge come sostituire margarina, burro o maionese con l’olio d’oliva corrisponde a un minore rischio di malattie cardiovascolari. Secondo l’analisi sarebbe proprio il consumo di mezzo cucchiaio al giorno a ridurre il rischio di sviluppare questo genere di patologie.
Un’altra ricerca pubblicata su Circulation, invece, dimostrerebbe come l’olio di cocco non dia benefici alla riduzione della circonferenza vita o del grasso corporeo rispetto ad altri grassi a base vegetale. Il lavoro si riferisce però all’aumento del colesterolo “cattivo” associato a una crescita del rischio delle malattie del cuore. Un ultimo lavoro pubblicato sul British medical journal ha però esaminato l’olio extra vergine di cocco che, messo in relazione con l’olio extra vergine d’oliva per 4 settimane, non ha avuto quell’aumento del colesterolo Ldl.
“I vantaggi dell’uso di oli vegetali non tropicali rimangono molto promettenti, rendendo l’olio d’oliva una scelta naturale in cucina”, dice la studiosa, specialista in nutrizione.
E non solo: l’olio d’oliva è stato anche correlato con una riduzione dei composti infiammatori che possono contribuire alla progressione del rischio cardiocircolatorio. Le olive contengono sostanze chimiche vegetali chiamate polifenoli che possono aiutare a ridurre l’infiammazione.
L’olio d’oliva, insomma, condimento tipico della dieta mediterranea, è un alimento particolarmente sano e ricco di proprietà. Le conferme arrivano una dopo l’altra, teniamolo presente e cerchiamo quindi di sostituire il più possibile i grassi animali nella nostra alimentazione.
Fonti: Harvard Medical School / Journal of the American College of Cardiology / Circulation / BMJ
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